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In Sardegna i militari spargono veleni

Autore: Sergio Pent
Testata: La Stampa - Tuttolibri
Data: 29 novembre 2008

Carlotto Tra le nanoparticelle che minacciano uomini e animali

Passione civile e veemenza della trama possono convivere in un preciso equilibrio narrativo? In una quindicina di anni e di romanzi, Massimo Carlotto ci ha ampiamente dimostrato che è possibile. Dalla malavita del Nordest ai drammi sociali dell’intossicazione mediatici, il campionario è vasto e assortito, purtroppo reale, perché il vero noir ormai ci circonda quotidianamente. Le operazioni culturali di Carlotto si sono diversificate tra romanzi e teatro, musica e sceneggiature, in un discorso ampio e variegato in cui hanno trovato spazio anche soggetti scritti a quattro mani - con Francesco Abbate e Marco Videtta – fino a questo nuovo Perdas de Fogu in cui l’autore divide le responsabilità con un collettivo di scrittori - o aspiranti tali – sardi riuniti sotto il nome di «Mama Sabot». Ora, siccome son ben nove gli affiliati alla setta narrativa, saremmo curiosi di conoscere le modalità di approccio a un’unica ispirazione, in cui prevale come sempre - almeno a noi è parso così – lo stile secco, asciutto e veloce del capotribù Carlotto. È un modo come un altro – crediamo per promuovere generosamente le ambizioni di molti giovani autori in cerca di attenzioni.

Ma è il gigante buono Massimo Carlotto, come dicevamo, a reggere la scena dello spettacolo, trasformandosi nel consueto creatore di mostri contemporanei, che in questo caso sono delinquenti di bassa lega, ma anche – e soprattutto – militari impegnati con le loro manovre nella zona del poligono di Salto di Quirra. L’incubo, in questa circostanza ha le sembianze invisibili – ma ferocemente mortali – delle nanoparticelle in fuoriuscita dalle esercitazioni belliche. È ciò a cui stava lavorando la giovane veterinaria Nina, facendo le ricerche sui corpi di agnellini morti avvelenati. È ciò di cui si trova ad occuparsi Pierre Nazzari, disertore ricattato daai servizi segreti che non amano interferenze nelle loro azioni militari. Le strade di Nazzari e di Nina si incrociano dunque non per caso, ma il gioco sporco dell’uomo, ben presto scoperto dalla veterinaria, li trova entrambi braccati in una trappola allargata che va dalla malavita locale ai servizi segreti, fino alle più lte cariche politiche dello Stato.

Le dinamiche sono serrate, come sempre nei romanzi di Carlotto. La tematica iniziale di denuncia però lascia quasi subito il passo al gioco dei ricatti e delle vendette, degli omicidi e delle rese dei conti, in un’escalation che vede prevalere – nella seconda parte – l’intreccio hard-boiled e i colpi di scena a discapito della soggettiva di partenza. Ciò che ci circonda è comunque un concentrato di malesseri e di perversioni ramificate a ogni livello, senza soluzioni, senza speranze. Il pessimismo etico che pervade i romanzi di Carlotto è nient’altro che la raffigurazione di uno scenario concreto, corrotto, disumano, presente forse non casualmente in un altro recente romanzo di tema ambientale L’ultimo giorno felice Tullio Avoledo (Edizioni Ambiente, pp. 233. €10). Saperlo non ci rassicura, ma tacere è l più diffusa forma di viltà del nostro tempo. In questo, la feroce di speranza di Carlotto è una certezza per sperare, per chiedere aiuto.