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Il canto degli innocenti - Piergiorgio Pulixi

Autore: Elisabetta Bolondi
Testata: Sololibri
Data: 14 aprile 2015

La tradizione del noir nella recente narrativa italiana cresce continuamente e si arricchisce di autori originali ed autorevoli: Il canto degli innocenti diPiergiorgio Pulixi, che fa parte del collettivo di scrittura Sabot creato da Massimo Carlotto, ne è una prova. Non conoscevo i romanzi precedenti dello scrittore cagliaritano, ma questo mi ha subito catturato per la capacità di coniugare il genere proprio del poliziesco, delitti seriali compiuti da adolescenti in questo caso, con una approfondita analisi psicologica dei comportamenti e delle pulsioni recondite del protagonista, il commissario Vito Strega, ma anche degli altri personaggi che rendono la storia complessa ed articolata.

Ragazzi e ragazze di circa quindici anni compiono una serie di delitti sanguinosi e violentissimi, colpendo coetanei o adulti, in una catena di scene criminose apparentemente senza spiegazione. La poliziotta Teresa Brusca sa che l’unico in grado di affrontare e risolvere il caso è l’ispettore Vito Strega che però è stato sospeso dal servizio perché ha ucciso il suo collega ed amico in una storia abbastanza misteriosa dalla quale sembra essere uscito giuridicamente indenne ma psicologicamente distrutto: una psicologa, Livia Salerno, deve diagnosticare se e quando può essere reintegrato nel delicato incarico investigativo.

Strega vive per il lavoro, che interpreta come una missione esclusiva nella quale identificarsi, nell’intento di ristabilire la giustizia, e questa sua esclusiva dedizione ne ha comportato la fine del matrimonio con Cinzia, un avvocato che lo ha lasciato solo e sgomento, esasperata dalla lontananza stabilitasi tra loro proprio a causa del lavoro.

Anche se fuori dal suo incarico, Vito, spinto dell’amica Teresa, si convince che dietro ai ragazzini assassini perversi, si nasconde un adulto che li manipola e li plagia, un invisibile Burattinaio che ha preparato con cura questa mattanza che continua inesorabilmente a colpire, facendo strage in una scuola, in un centro commerciale, in una chiesa. 
Vito Strega è circondato da donne che sono affascinate dal suo fisico possente, dal suo sguardo magnetico ma in fondo triste, dalla sua intransigente onestà: la poliziotta Teresa vorrebbe lasciare il marito per lui, la psicologa Livia resta intrigata dalla sua complessa personalità, una misteriosa Marina compare inspiegabilmente nella sua vita e si rivelerà l’elemento più fragile di tutta la vicenda.

La storia è raccontata da Pulixi con grande abilità nel creare una suspense intervallata da storie familiari, intime, che descrivono la profonda angoscia che pervade famiglie, coppie, e soprattutto la drammatica solitudine di un’intera generazione di quindicenni problematici, soli davanti a videogiochi spaventosamente violenti, creati da adulti incoscienti e forse troppo spesso inconsapevoli dei danni che possono creare, la dipendenza che si instaura in psicologie ancora troppo fragili.

Solo la forza positiva di Vito, che, malgrado il vizio di bere assenzio, la bevanda dei bohémien decadenti, leggendo racconti di Poe, riesce, attraverso una sensibilità potente, a percepire il male intenzionato a combatterlo, riuscendo ad empatizzare con il dolore delle vittime, non cercando vendetta ma giustizia. Solo con uomini così si può nutrire la speranza che il mondo cambi in meglio, sembra suggerire l’autore:

“Era un suo problema... Vi era immerso. Il male si insinuava in ogni fibra del suo corpo, mischiandosi al suo sangue. Sentiva il dolore e la disperazione delle vittime, e il loro canto, nella sua mente, adesso era un coro assordante”

http://www.sololibri.net/Il-canto-degli-innocenti.html