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Carlotto e la Sicilia, un amore noir "Il filo giallo da Capuana a Camilleri"

Autore: Eleonora Lombardo
Testata: La Repubblica Palermo
Data: 16 aprile 2015

Padova, un professore universitario scomparso. Solo la sua amante segreta, appartenente a una ricca e nota famiglia di industriali svizzeri, conosce la verità. Un caso perfetto per l'Alligatore, l'investigatore senza licenza Marco Buratti che da sei anni latitava come protagonista delle storie del maestro del noir italiano. Massimo Carlotto che oggi torna a Palermo, alle 18 alla libreria Modusvivendi, per presentare il suo ultimo libro "La banda degli amanti" uscito per le Edizioni e/o.
«Nel noir il luogo è un vero e proprio personaggio che agisce nella storia» dice Carlotto, che ha deciso di ambientare questa storia nella sua Padova, dopo due anni di studio e quasi indagine sulla cronaca locale per potere raccontare l'illegalità che si è diffusa nel nord est e che, dopo anni di silenzio assordante, è esplosa. «E' prerogativa del noir raccontare il contemporaneo, mi interessava parlare dell'illegalità diffusasi anche a livello antropologico, nella quale l'economia illegale sostiene l'economia legale e si fa finta che tutto vada bene - dice lo scrittore - questa storia si prestava al personaggio ai confini della malavita dell'Alligatore e poi i lettori me lo chiedevano, non potevo più tenerlo a riposo» dice Carlotto, che nel suo libro ha fatto un cross-over facendo incontrare alcuni suoi personaggi celebri, il criminale Giorgio Pellegrini e il poliziotto Guido Campagna, sopravvissuti di un mondo malavitoso che va scomparendo.
Carlotto manca da un po' da Palermo, l'ultima volta è stato in città in occasione delle riprese di un documentario europeo che legava le città agli scrittori «E io ero a Palermo per raccontare la città piena di musica e di profumi dei romanzi del mio amico Santo Piazzese» racconta.
In quell'occasione lo scrittore ha visitato la Squadra Mobile di Palermo, quale simbolo attivo della lotta alla mafia e parlando del collega siciliano Piazzese, uno dei più amati, dice «Nei suoi romanzi, le indagini di La Marca sono dei polizieschi con un delitto e una soluzione, il noir non è mai stato consolatorio, è una discesa agli inferi nel quale non serve il bene», spiega. E aggiunge «Il noir mediterraneo invece è una percezione narrativa codificata per la prima volta da Jean-Claude Izzo che disse che la globalizzazione stava portando una rivoluzione anche nel mondo criminale ed era quella che bisognava raccontare, fare una vera e propria fotografia del contemporaneo»·
E la Sicilia, terra di giallisti, forse afflitta da un perenne bisogno di riscatto, nella realtà come nella finzione narrativa, lascia poco margine ai puristi del noir. Forse per la Sicilia si potrebbe azzardare una tradizione di autori in equilibrio funambolico tra fiallo e noir, o di un giallo a tinte noir, cominciando da Capuana de "Il marchese di Roccaverdina" passando per un fuori serie come Sciascia, per approdare a oggi con il già citato Piazzese, Gian Mauro Costa, che in libreria dialogherà con Carlotto, Piergiorgio di Cara, Antonio Pagliaro e Giacomo Cacciatore.
Una buona scuderia di penne investigative forse incentivate dal successo di quello scrittore siciliano al quale Carlotto riconosce il merito di avere riabilitato la letteratura di genere, sottraeondola alle detrazioni che spesso le sono state fatte: «Camilleri. Sono pazzo di lui, ho letto tutto e continuerò a leggere tutto. ADoro i romanzi storici, grazie a lui il giallo è diventato un genere amato, ricercato e seguito dal pubblico».
Un posto a parte è riservato a Leonardo Sciascia che per Carlotto è il maestro assoluto «Se non avessi letto Sciascia probabilmente non avrei cominciato a scrivere. Sono rimasto folgorato dalla sua frase "Io scrivo per impedire che la menzogna trionfi". Per me "Il giorno della civetta" resta un faro, è sconvolgente, dopo averlo letto ti cambia il pensiero".
Felicissimo di tornare alla libreria Modusvivendi, lo scrittore padovano sostiene che i lettori siciliani non solo siano, una volta conquistati, molto fedeli, ma anche espansivi, attivi e puntuali nei commenti, sia positivi che negativi. "mi aspetto una festa e sono felice di tornare a godere delle bellezze enogastronomiche siciliane». Ma se gli si chiede se ambienterebbe un suo libro in Sicilia risponde «Dovrei trasferirmi per un po' e stare. Bisogna stare in un luogo per capirlo e interpretarlo per raccontare una storia criminale bisonga aver respirato la realtà di quel luogo e di quel tempo»·
E allora per una discesa agli inferi dove il bene non serve e la criminalità contemporanea è talmente avanti da offrire spunti al fantasy, la Sicilia letteraria sicuramente è pronta a ospitare Carlotto.