Abram Kadabram (e/o edizioni, 2008) e' una raccolta di racconti del giovane scrittore israeliano Etgar Keret. Le storie sono ironiche, affascinanti, surreali ed anche comiche, talvolta prendono spunto da esperienze di vita, che poi per magia si trasformano in situazioni assurde con risvolti e finali sorprendenti. Ed e' proprio la magia la grande protagonista dei quarantatre' brevi racconti, in cui spesso la figura di spicco e' quella del prestigiatore Abram Kadabram, che tra trucchi astuti e grotteschi si destreggia tra le amare e strane vicende della vita. Etgar Keret descrive l'esistenza nelle sue innumerevole sfaccettature e illusioni, dai piccoli elementi quotidiani ai grandi sogni, tutto diventa magico e sfruttabile per la costruzione del racconto: l'amore, la delusione, la liberta', l'amarezza, la solitudine, la fusione di passato e presente, il compleanno di un bambino ed i suoi desideri, le bevute e le sbronze tra amici, la convivenza, l'omicidio, il pignoramento, le liti, le perdite e le attese. La realta' assume connotati surreali anche grazie al sapiente uso di una scrittura semplice, rapida e piacevole, che fa scorrere velocemente le pagine del libro per andare a scoprirne il trucco e svelare il finale delle storie, che talvolta risulta cosi' straniante da far perdere al lettore la sua razionalita' e da costringerlo ad immergersi completamente nel gioco illusionistico. Ogni racconto e' un piccolo mondo magico in cui l'autore presenta di volta in volta personaggi diversi: a tratti e' se stesso nel passato o nel presente, a tratti qualcun altro; ma cio' che accomuna tutte le vicende e' lo sfondo ambientale d'Israele, un paese di cui molti europei conoscono ben poco, letteratura compresa.