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Si può morire in tanti modi!

Autore: Chiara Marafon
Testata: Libromondo
Data: 16 febbraio 2009

Il libro vuol essere una testimonianza della sofferenza e delle atrocità che hanno dovuto subire i neri del Sudafrica durante l'apartheid; vi sono descritti anche i primi segnali di cambiamento come le riunioni per discutere col governo la situazione politica. La narrazione degli eventi è in terza persona; nonostante vengano raccontati fatti tragici, il libro non trasmette odio. Gli avvenimenti non seguono un ordine cronologico, ma si alternano momenti di vita presente con ricordi del passato; il linguaggio è semplice e scorrevole, ogni tanto si incontrano vocaboli della lingua del luogo: baas, pap, samp... nel glossario si trova il loro significato. I personaggi principali sono due: Toloki e Noria che si incontrano, ormai adulti, al funerale del figlio di lei ucciso a cinque anni perché era un attivista politico. Essi vivono in città, ricordano la loro infanzia trascorsa al villaggio e le loro traversie: Toloki , dopo aver lasciato il padre che faceva il maniscalco e costruiva statuine, era giunto in città dove aveva intrapreso molte attività: scaricatore, venditore di carne, guardia di notte nei cimiteri, infine era diventato “dolente professionista”, cioè piangeva i morti durante i funerali. Noria, donna bellissima che al villaggio rallegrava gli uomini, era stata abbandonata dal marito: in città, nonostante avesse perso due figli, continuava a lottare per sopravvivere e aiutava i bambini abbandonati che Medimbhaza raccoglieva presso di sé. I due personaggi sono poveri, abitano in una baracca, ma sono ricchi di saggezza e di bontà per cui trovano, l'uno nell'altra, la forza di vivere.