Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Venti centesimi per sapere chi ha ucciso la mamma cuoca

Autore: Niccolò Zancan
Testata: La Stampa - Tuttolibri
Data: 23 novembre 2015
URL: https://www.lastampa.it/2015/11/20/cultura/tuttolibri/venti-centesimi-per-sapere-chi-ha-ucciso-la-mamma-cuoca-VYOprxsFX9uBniX8viQz3L/pagina.html

Marco Buratti è un investigatore privato senza licenza e senza lavoro. Teme per il suo equilibrio mentale: «Ho bisogno di un caso. Uno rognoso, difficile, pericoloso. Altrimenti vado a pezzi. Sono al limite». L’incarico glielo offre un bambino di 8 anni, anche se non proprio di sua spontanea iniziativa. Buratti lo cerca: «Vogliamo scoprire chi ha fatto male alla tua mamma, ma per poter indagare abbiamo bisogno di un cliente che ci ingaggi. Come parente più prossimo tocca a te». La mamma faceva la cuoca in una villa di signori, si chiamava Luigina. Era una donna buona, lenta e invisibile. È stata uccisa durante una rapina, insieme ai padroni di casa. E insomma, il bambino tira fuori una moneta da 20 centesimi, tutto quello che ha in tasca, ingaggia Buratti e la danza può incominciare. È un nuovo caso per l’Alligatore, l’ultimo romanzo di Massimo Carlotto. Rapine in villa. Musica blues. Bande rivali. Vendette. Bordelli. Casalinghe annoiate. Politici emergenti. L’oro dei gioielli fuso in lingotti perfetti. Chi ha ucciso Luigina? Con Marco Buratti, fiero della sua Škoda Felicia con un impianto stereo nuovo di zecca, indagano i sodali di sempre. Max la Memoria detto «il ciccione», che tenta inutilmente di dimagrire e di convertirsi a una vita quasi sana, nella speranza di normalizzarsi. E il vecchio gangster Rossini, che si è comprato una barca e l’ha chiamata Sylvie, come il suo grande amore morto suicida. Uno che beve «Sauvignon di marca» perché si è rotto del rito dello spritz: «Francamente non mi sembra così buono da perderci la testa». E tutti insieme si muovono di giorno, ma preferibilmente di notte, fra l’isola di Pellestrina, Padova, Vicenza, Pordenone, i piccoli paesi della provincia veneta. Qui si narra di uomini «irregolari» tagliati fuori da tutto. Perché neanche la mala è più quella di un tempo. È un mondo in frantumi. L’Alligatore, il ciccione e il vecchio gangster si cacciano nei guai per cercare di aggiustarne almeno un pezzo. Qui si racconta il Nord Est di oggi: «A Padova l’amministrazione della città era perennemente in guerra con qualcuno. Una signora caritatevole, che aveva ospitato alcuni nigeriani fuggiti dalle zone controllate dai jihadisti di Boko Haram e sopravvissuti ai viaggi verso Lampedusa, era stata contestata duramente dal primo cittadino. Un’associazione di commercianti aveva organizzato una fiaccolata di protesta per scongiurare il pericolo di un’epidemia di solidarietà». Certo, bisognerà scoprire chi ha ammazzato Kevin Fecchio, che sembrava più di un sospettato. Bisognerà capire, alla fine, chi riuscirà a salvare la pelle. Cosa si arriva a fare «per tutto l’oro del mondo». Ma mentre l’indagine procede, fra verità ufficiali e verità vere, nasce la storia d’amore fra l’Alligatore e Cora, la «donna di jazz». È un’infermiera del reparto grandi ustionati. Vive immersa nel dolore. Di notte, due giorni alla settimana, cambia vita e diventa cantante al Pico’s Club. Lo fa per sopravvivere. Lo fa per passione. Lei: «Non ho mai tradito mio marito e ora sono pronta a farlo. Non so se è giusto o sbagliato ma voglio che accada. Il nostro matrimonio non è crisi e io lo amo come un tempo, ma sono irresistibilmente attratta da te perché mi hai corteggiata. Mi hai fatto sentire importante». Buratti: «Di me non vuoi sapere nulla?». Lei: «No. Mi è stato detto che in fondo sei affidabile, ma temo che approfondire sarebbe un errore». Viene in mente quel verso di una canzone di Ivano Fossati: «I motivi di un uomo non sono belli da verificare». I motivi dell’Alligatore sono inconfessabili, segreti pesanti ma ben riposti. Per esempio, che si è innamorato di Cora proprio indagando per conto del marito. Temeva che ci fosse un altro uomo. E adesso, effettivamente, c’è. La donna di jazz domanda: «Sai baciare?». Marco Buratti risponde: «Bacio benissimo. Ovunque». E si capisce perfettamente che quei baci, soltanto quei baci, saranno l’unico riparo dal mondo. Rimpianti per una vita regolare? L’Alligatore non ne ha.