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La banda di Carlotto

Testata: Lombardia oggi
Data: 23 novembre 2015

Che Massimo Carlotto, autore di noir tra i più amati dai lettori, sia molto cresciu- to anche come scrittore lo dimostra il suo ul- timo romanzo, «La banda degli amanti» (E/O) . La storia comincia con l’investigatore privato Marco Buratti, l’Alligatore, che torna a Padova con le sue amarezze, i suoi blues e i suoi calvados e lì finisce per scontrarsi con Giorgio Pellegrini, malavitoso del Brenta, già estremista politico negli anni 70, uno che sa che «bisogna essere flessibili, perché le specializzazioni malavitose di lungo corso portano inesorabilmente in carcere». Ma i lettori di Carlotto ricorderanno Pellegrini anche come protagonista dell’inquietante «Arrivederci amore, ciao». Ora questo romanzo gode di una scrittura sempre più pulita e sorvegliata, di una struttura omogenea e densa della storia e delle vicende dei personaggi, senza sbavature e deviazioni pretestuose. Il tutto restando sempre entro le duecento pagine, in tempi in cui, anteponen- do la quantità alla qualità, va di moda rad- doppiarle e più. Il racconto sembra partire da lontano, con Buratti che ha accanto a sé lo spietato e sentimentale Beniamino Rossini e Max la Memoria sempre più preda dei suoi appetiti. I tre sono alle prese con una faida che li vede in lotta da sei anni, in Francia, con spietati gangster serbi, una partita vecchia da chiudere obbligatoriamente pareggiando i conti, facendo fuori uno dei capi, Natalija Dinic, tra ricatti e tradimenti. Una lotta esa- sperante, insensata, per definizione dello stes- so Buratti, e sfibrante, da cui tutti e tre non vedono l’ora di uscire, distrutti certo, ma in pace. Una volta fuori, e dopo una breve dia- spora, si ritrovano per risolvere un caso affidato all’Alligatore: la scomparsa di Guido Di Lello, un anonimo professore universitario romano la cui amante segreta, Oriana Pozzi Vitale, sente sulla coscien- za ma non può denunciare alla polizia senza mettere in crisi il proprio ricco e importante ma- trimonio. Ad aiutare Buratti c’è questa volta anche un commis- sario sui generis, Giulio Campa- gna, insofferente delle regole, provocatorio e comprensivo as- sieme. Al centro delle indagini che si svolgono tra Roma e Pa- dova si trova presto la Nena, un ristorante frequentato da industriali, profes- sionisti, politici e commercianti che rappre- sentano il «Veneto parassita, volgare, fame- lico. Eppure ancora profondamente radicato e inestirpabile». È il luogo in cui i protago- nisti si sfidano e duellano sino alla fine con la spietatezza e l’assenza di morale e di regole ti- pica della nuova criminalità. E visto che il fi- nale lascia un po’ di porte aperte, vedremo in futuro come andrà a finire questa storia.