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Fabian e il Caos

Autore: Francisco Solano, El Pais
Testata: Internazionale
Data: 22 aprile 2016

••• Il nuovo romanzo di Pedro Juan Gutiérrez, Fabian e il caos, non sarà una sorpresa per i suoi adepti. Lo scrittore cubano continua anche qui a esplorare la dissidenza sessuale sotto il regime castrista attraverso personaggi minacciati di esclusione per una condotta che non si conforma agli imperativi ideologici. Il nucleo della narrazione non è strettamente politico, anche se il contesto influenza inevitabilmente i personaggi. Stavolta anziché all'Avana siamo a Matanzas, e la parte principale dell'azione si svolge negli anni sessanta e settanta. Ma il primo capitolo, che si apre a Madrid all'inizio del novecento con il matrimonio dei nonni di Fabian, suggerisce un arco temporale più vasto in cui si è esercitata l'influenza familiare sul delicato Fabian, messo al mondo da genitori che, emigrati a Cuba, raggiungono un certo status sociale e poi perdono tutto con la rivoluzione. Pedro Juan Gutiérrez descrive tutte le tappe della crescita di Fabian: l'adolescenza, lo scontro con i genitori, la scoperta dell'amicizia, la rinuncia al matrimonio, il gusto per la disobbedienza e le scaramucce sessuali di tutti i tipi. Ma questa disinibizione, riassunta nel motto "i miei nemici sono la famiglia, il governo, la religione", appartiene a Pedro Juan, personaggio ricorrente nell'opera di Gutiérrez, che maschera e al tempo stesso rivela dettagli dell'autore. Spicca, per contrasto, l'evocazione di un amico omosessuale pianista che Pedro Juan conosce a scuola. A scuola, da ragazzi, non riescono a costruire un'amicizia solida fino a quando il caso li riunisce in una lurida fabbrica di carne in scatola dove sono messi a lavorare i cittadini meno esemplari della rivoluzione.