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Una brutta storia

Autore: Simona Sireus
Testata: Thriller Nord
Data: 26 maggio 2016
URL: http://www.thrillernord.it/unabruttastoria.html

“Una brutta storia …” troviamo diverse volte queste tre parole tra le pagine del libro. Le pronunciano tutti: vincitori e vinti, corrotti e integri, carnefici e vittime … insomma da qualsiasi parte la si guardi questa “storia” è “brutta”. Tutto ruota attorno al personaggio principale: l’ ispettore di polizia della sezione Narcotici Biagio Mazzeo che tiene legata a sé quella che lui definisce “la famiglia” cioè una ventina di colleghi che lo aiutano nei suoi affari fuorilegge. Si tratta di un personaggio assolutamente violento e spietato che dà il meglio di sé nel tentativo di diventare il dominatore assoluto della città, e per riuscire nel suo intento non esita a corrompere: superiori, giudici e politici. Le sue caratteristiche sono ben descritte nel prologo dove conosciamo un Mazzeo bambino che, impavido, affronta le angherie di ragazzi più grandi di lui e quando già si delinea la forza di carattere che lo contraddistinguerà da adulto. Il senso della “famiglia” di Mazzeo ricorda, per niente vagamente, quello utilizzato dalla mafia e gli stessi sembrano essere i mezzi per accumulare soldi e potere. In cambio della fedeltà egli promette protezione ai suoi affiliati, ma la fedeltà deve essere assoluta, la “famiglia” deve venire prima di ogni cosa, anche della propria famiglia. Gli sgarri vengono puniti con la morte. Inseguendo il colpo definitivo, quello che avrebbe potuto decretare la sua onnipotenza e procurargli tanti di quei soldi da permettere una sistemazione definitiva e una vita di agi e ricchezza, Mazzeo non esita a trascinare tutta la banda con sé ma il prezzo da pagare risulta essere molto alto perché a contrastarli troveranno un gruppo, altrettanto crudele e spietato, di ceceni che fanno la loro comparsa in Italia per vendicare la morte, avvenuta in modo del tutto casuale, del fratello di un potente mafioso ex guerrigliero che combatteva per la liberazione della Cecenia. Omicidi, corruzione, soldi, sesso, pestaggi, stupri, rapimenti, alcol, droga sono gli ingredienti che vengono utilizzati per confezionare questa “brutta storia”. I personaggi della polizia sono quasi sempre corrotti e i pochi che non lo sono vengono descritti in modo tale da apparire insignificanti e antipatici. Quando le cose si mettono male il lettore non esita a mettersi dalla parte del “disonesto” e questo la dice lunga sull’abilità delle parole, e Pulixi le usa in modo preciso e affilato. La sua scrittura è incisiva, essenziale ma non scarna. Ogni personaggio viene descritto con un’ apprezzabile digressione sul proprio passato in modo da coinvolgere il lettore e aiutarlo nella comprensione completa delle azioni, anche quando appaiono discutibili. Il ritmo è incalzante, adrenalinico, con episodi che hanno dell’improbabile ma che, forse proprio per questo, tengono il lettore incollato alle pagine. Preparatevi al fatto che un epilogo consolatore non arriva mai quando lo vorremmo e il confine tra “cattivo” e “buono” non viene in nessun caso valicato dai protagonisti. Mai come nella lettura di questo libro ho sperato che fatti e personaggi siano unicamente frutto dell’immaginazione dell’autore… Il finale è sospeso, ma poco importa poiché il lettore è rimasto di certo talmente coinvolto dalle vicende di questo romanzo che continuerà sicuramente a seguire l’ispettore Mazzeo.