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L'amica geniale - Il caso editoriale di Elena Ferrante

Autore: Francesca Facchi
Testata: Corriere canadese
Data: 7 luglio 2016
URL: http://www.corriere.com/index.php/en/cultura/1229-l-amica-geniale-il-caso-editoriale-di-elena-ferrante

TORONTO – Sbalorditivo il successo dello scrittore (o scrittrice) che si nasconde dietro lo pseudonimo di Elena Ferrante. Un caso editoriale davvero straordinario, in Italia ma soprattutto all’estero: i quattro libri che costituiscono la serie de “L’amica geniale” (in Italia edizioni e/o) hanno conquistato critici e lettori comuni, vendendo negli Stati Uniti e in Canada quasi un milione di copie, centocinquantamila solo il quarto volume. Perché? Ecco tre possibili ragioni.

Innanzitutto, l’ambientazione. Per chi non fosse stato ancora “travolto” dal fenomeno Ferrante, “L’amica geniale” (2011), “Storia del nuovo cognome” (2012), “Storia di chi fugge e di chi resta” (2013), “Storia della bambina perduta” (2014) raccontano l’amicizia di Raffaella Cerullo ed Elena Greco, dall’infanzia alla vecchiaia. Entrambe nate nel 1944 e cresciute in un rione di Napoli, le due “piccole donne” intrecciano continuamente le loro vite con gli eventi di più di mezzo secolo di storia ufficiale, una Storia che si manifesta in tutte le sue facce, dal boom economico del primo dopoguerra fino all’11 settembre passando per gli anni di piombo. L’ambientazione napoletana e nel “passato” è una prima ragione del successo all’estero, in quanto la Napoli del Dopoguerra corrisponde a un’idea d’Italia già presente nell’immaginario nord americano, e ancor più negli italoamericani e italocanadesi spesso emigrati proprio da simili realtà.

Secondo motivo, lo straordinario rapporto tra le protagoniste, due donne che rappresentano, nella loro umanità ricca di contraddizioni, ognuno di noi. Elena e Raffaella, alias Lenù e Lila, sembrano due personaggi opposti per carattere, aspetto e destino: l’una bionda e brava e l’altra mora e cattiva, questa amata da tutti e quella oggetto di odi e invidie fin dall’infanzia, la prima inarrestabilmente avviata sulla strada maestra del successo scolastico e ufficialmente “amica geniale”, la seconda fatalmente invischiata nella povertà, le logiche camorriste e l’ignoranza del rione. Tuttavia, le loro identità spesso si confondono. Lila, con la sola licenza elementare, studia da sé latino e greco nella bottega del padre “scarparo”, mentre Lenù sembra proseguire solo per piacere all’amica e allo stesso tempo in competizione con lei, nello studio così come nella vita.

In altre parole, nei quattro volumi si snoda un complicato rapporto d’amicizia, che porta il lettore a interrogarsi su chi sia realmente l’amica geniale. Forse un’unica entità scissa in due, come nel “Visconte dimezzato” di Calvino? In qualsiasi caso, l’unico spiraglio di luce in un mondo violento e cupo, senza speranza.

Infine, il terzo motivo: intreccio e lingua che strizzano l’occhio a (quasi) qualsiasi lettore e traduttore.

Da un lato, infatti, si rimane affascinati dall’intimità e dalla potenza della vicenda, così come dal respiro epico del racconto. Dall’altro, Elena Ferrante usa una lingua accessibile, uno stile semplice, alla portata di tutti e, stranamente data la realtà descritta, un limitatissimo uso del dialetto.

Le nostre conclusioni? Una piacevole lettura per l’estate, consigliata per chi ama viaggiare (anche) con la fantasia e l’immaginazione.