Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Giochi di ruolo al Maracanà

Autore: Patrizio Pavesi
Testata: Gazzetta dello Sport
Data: 15 settembre 2016

Spesso, se non praticamente sempre, in un romanzo thriller a fare la differenza sono le sfumature, dettagli di colore che ci portano a scoprire (insieme al protagonista) l'intreccio di mistero che si cela dietro gli eventi narrati.

Se dunque il cromatismo ha un suo perché, allora la bandiera verdeoro del Brasile si presta bene a sventolare su racconti noir, con quel suo rombo giallo come il genere dell'antologia “Giochi di ruolo al Maracanã” (Edizioni e/o, collana Sabot/age, pagine 236, euro 16), nove racconti sul lato oscuro delle Olimpiadi. Un modo estremamente originale di approcciarsi ai giochi, una lettura che ci consente anche oggi (a braciere ormai spento) di rimanere ancora per un po' immersi nel clima olimpico: non però quello da brividi delle gare, delle competizioni, delle premiazioni, ma quello da brividi freddi del mistero, della paura, dell'intrigo. Tante volte nella storia dei Giochi la cronaca nera ha affiancato o addirittura preso il sopravvento su quella sportiva, talvolta arrivando a oscurarla, come nel caso più clamoroso del rapimento e massacro degli atleti israeliani da parte dei terroristi palestinesi di Settembre Nero a Monaco 1972. Molto più spesso però gli episodi di criminalità, pur intrecciati in qualche modo con le competizioni olimpiche, restano relegati alle cronache locali e sottaciuti dai grandi media.

È a questa criminalità, non da primissima pagina, che ci rimandano i racconti selezionati da e/o, che si affida a nove firme della sua collaudata scuderia (Massimo Carlotto, Paolo Foschi, Carlo Mazza, Luca Poldelmengo, Piergiorgio Pulixi, Roberto Riccardi, Patrizia Rinaldi, Matteo Strukul, Massimo Torre), cui consegna il compito di ambientare le storie di personaggi già noti agli amanti delle collane dell'editore romano trasportandoli in Sud America, alle porte del villaggio olimpico, sotto il Cristo Redentore, che dalla cima del Corcovado osserva il dipanarsi di vicende che, nel breve volgere di qualche decina di pagine, immergono il lettore nell'ambiente brasiliano (per le strade, in una palestra, in qualche locale malfamato,...), gli fanno conoscere i protagonisti e sviluppano la storia.

Rapimenti e corruzione legati ai lavori degli impianti olimpici (leggi un estratto qui), un poliziotto ex olimpionico richiamato sul ring come copertura per risolvere un caso, un giovane pugile brasiliano ucciso misteriosamente in un combattimento all'ultimo sangue,...: con lo sport più o meno in primo piano, queste e tante altre sono le vicende raccontate in “Giochi di ruolo al Maracanã”, che ci tiene con il fiato sospeso (e con qualche sorriso amaro) fino all'ultima pagina. Fino al finale che, come spesso accade nella realtà della cronaca nera, non è lieto: non sempre i “buoni” sono buoni fino in fondo, non sempre i mezzi per raggiungere la giustizia sono giusti, non sempre (per fortuna) il finale auspicato dal lettore è quello scritto dall'autore.