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Il poliziotto tecnofobo indaga sulla start-up

Autore: Alessandra Battistel
Testata: Libero
Data: 12 novembre 2016

È possibile che un detective tecnofobo riesca a risolvere l’ipertecnologico caso di un imprenditore del web assassinato a Cape Town? Potrà mai un poliziotto di mezza età, alle prese con la recidiva di un pregresso alcolismo, immedesimarsi nelle sinapsi di un giovane nerd che si è creato identità informatiche multiple? La Personalità numero tre, da cui prende titolo il romanzo (e/o, pp. 456, euro 18), è quella di Icaro, «quel tipo che si costruì le ali con cera e piume di gallina e poi provò a volare...». Sì, è possibile, se l’investigatore è il Bennie Griessel che nei primi quattro noir di Deon Mayer ha già offerto ampie prove di valore. Lui è uno degli Hawks, i rinomati detective della Sezione crimini violenti di Città del Capo. Allertati dal loro comandante «(È la storia più importante dal caso Pistorius. E dal caso Dewani. I media impazziranno»), per trovare l’assassino dovranno mettercela tutta. Bennie l’afrikaner viene affiancato dal coloured Vaughn Cupido, che a differenza del primo è un abile fruitore di tecnologie e devices. Quello ritrovato casualmente è il cadavere di Ernst Richter, fondatore della start-up informatica che ha lanciato Alibi.co.za. Viene pubblicizzata come l’App che ti aiuta a farla franca: utilizzata dagli amanti clandestini, o da chi necessita di copertura anche per una sola serata o un week-end di passione. L'azienda di Richter fornisce, infatti, un’ampia gamma di servizi dall’Sms di convocazione a una riunione fittizia alla falsa fatturazione dell’albergo sede di convegno fino all’attestato di presenza al workshop aziendale grazie agli abili programmatori che riescono a inventarsi di tutto. Alibi è divenuta famosa sia per le raffinate tecnologie utilizzate, sia per aver intercettato una clientela vip. Un vaso di Pandora per gli investigatori: se stampare falsi biglietti aerei o taroccare i pdf delle carte di credito non è attività illecita se usata a fini strettamente personali, l’utilizzo di tali dati per possibili ricatti è la prima delle ipotesi vagliate dagli Hawks. Senza svelare al lettore l’imprevedibile finale in cui la trama tecnologica di Alibi.co.za. si dipana con l’ordito narrativo legato alla saga familiare dei vignaioli du Toit segnaliamo una narrazione ricca di molteplici punti di osservazione e spunti interpretativi. L’introspezione psico-analitica, ad esempio: il capitano Bennie Griessel, parallelamente all’indagine sulla morte di Richter, conduce la propria personale battaglia contro il rimorso per non esser riuscito a impedire il suicidio di un collega. «La sindrome del sopravvissuto è solo una delle quattro condizioni o sotto-cause che associamo alla paura di nuocere agli altri» gli spiega la sua psichiatra «Le altre tre sono ansia da separazione, delirio di onnipotenza e odio per se stessi. Poliziotti e soldati sono in pratica gli unici a essere esposti a tutte quattro». Riuscirà quindi il poliziotto tecnofobo ad avere la meglio sia sull’assassino di Ernst Richter che sul proprio autolesionismo?