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RECENSIONE || "Tempo assassino" di Michel Bussi

Testata: L'officina del libro
Data: 17 novembre 2016
URL: http://officinadellibro.blogspot.it/2016/11/recensione-tempo-assassino-di-michel.html

Buongiorno, lettrici e lettori!

Voglia di thriller? Ecco accontentati con "Tempo assassino" di Michel Bussi Edizioni E/O. Dopo "Ninfee nere" (QUI trovate la mia recensione) l'autore torna a giocare con il tempo, il mistero e la morte.

Siamo in Corsica, Clotilde torna nel suo luogo di origine e delle vacanze. A suo nonno Cassanu, molto temuto e rispettato, appartiene la maggior parte degli ettari occupati dal camping Tritoni e dalla costiera. Grandi rocce a strapiombo si affacciano sul mar Mediterraneo. Proprio dove sono morti i suoi genitori e suo fratello in un incidente stradale. Anche lei era a bordo della Fuego rossa quel giorno, ma la macchina si è schiantata contro la scogliera solo tre volte, risparmiando lei. Clotilde Idrissi torna dopo ben ventisette anni per esorcizzare, per pregare e per rivedere quel posto, della tragedia sì, ma anche dell'estate in cui ha perso la sua infanzia.

"Era una curva stretta in fondo a un lungo rettilineo dopo la penisola della Revellata, una curva a strapiombo su un burrone di venti metri, un ghiaione conosciuto come Petra Coda."

"Non si è fatta niente" le confermò un anziano medico chino su di lei alla luce azzurrognola dei lampeggianti.
Niente.
Esatto!
Niente era tutto ciò che le restava in quel momento."

La nostra protagonista ha un marito, Franck, e una figlia adolescente Valentine che poco la considerano, valutando la sua cocciutaggine per un evento tanto lontano come una perdita di tempo: il passato è passato, chiuso in una bara. A Clotilde comunque non tornano i conti, i suoi ricordi le raccontano delle cose che stonano con la storia dell'incidente e coincidenza vuole che inizino ad arrivarle delle lettere di sua madre, che dovrebbe essere piuttosto morta. Le stranezze proseguono, accadono cose che solo chi era della famiglia poteva sapere e nessun altro. Frank continua a esserle distante, la ritiene pazza ma Clotilde deve scoprire la verità e torna indietro nel tempo riesumando il passato, parlando con chi nell'estate del 1989 faceva parte del suo mondo, gli amici del fratello, il nonno, la nonna. Piano piano Clo inizia a costruire la trama di ciò che successe davvero, andando incontro alla verità, pestando piedi attizzando braci che dovrebbero essere spente.

"Anche i peggiori ricordi finiscono per essere dimenticati se sopra di essi se ne accumulano altri, anche quelli che ti hanno squarciato il cuore e scalfito il cervello, anche i più intimi. Soprattutto i più intimi. Perché sono quelli di cui gli altri si fregano."

Anche in questo libro Bussi ci intriga con lo sfasamento temporale, alternando il diario di Clotilde quindicenne (forse un po' troppo ben scritto per una ragazzina di quindici anni), nel 1989, con la storia di Clotilde nel presente 2016, fino al termine del libro in cui il lettore si ritrova proiettato nel futuro. Il testo scivola fluido, la storia stuzzica il lettore per i tre quarti del libro - con piccoli indizi che il lettore può notare all'interno del diario di Clotilde avendo una visione ampia e consapevole di ciò che si cerca nel presente - tenendolo sulle spine aumentando il ritmo solo verso la fine, in cui è davvero impossibile staccarsi dalle pagine. La trama e l'ambientazione dell'autore si rivelano ancora una volta originali e non scontate.

Il finale, ad un certo punto, mi ha ricordato leggermente "La donna che visse due volte" e non ho ancora deciso se può risultare credibile in questo contesto oppure no; ad ogni modo la strategia narrativa ha funzionato tenendomi davvero sul chi va là e lasciandomi a bocca aperta a mistero svelato. In questo caso non sono riuscita a scoprire in anticipo il colpevole e per me è sempre sinonimo di un thriller ben fatto. I personaggi sono numerosi e sono stati costruiti realisticamente per poter reggere un salto nel tempo di ventisette anni; senza strafare, l'autore è rimasto coerente con la linea iniziale del libro. La Corsica è coprotagonista - non fa solo da sfondo a tutto il racconto - viene presa in causa in diverse dispute per proteggerla da persone che vorrebbero cementificare la maggior parte della costa per denaro e speculazione, diventando anche movente. La descrizione dell'isola fatta da Bussi permette che si concretizzino veri e propri dipinti nella mente del lettore che viene immerso completamente nella storia.

Ho trovato davvero interessanti anche le relazioni tra i personaggi, soprattutto quelle raccontate da Clotilde quindicenne. Nel suo diario rivela le meccaniche tra adolescenti - i primi amori, le prime rivalità, le prime scoperte - e la visione di una ragazzina verso i suoi genitori. La disillusione del genitore perfetto, l'immagine che si sgretola per lasciare spazio a un individuo che può peccare e sbagliare e amare. Allo stesso modo è curioso vedere come Clotilde cerca di perdonare e capire i genitori da adulta, trovandosi anche lei in una situazione speculare nel presente e nel futuro.

Un romanzo dalle molte sfaccettature, molto intrigante come thriller ma che non si risparmia nell'approfondimento della natura umana coinvolgendo la sensibilità e l'umanità del lettore.

COPERTINA 8 | STILE 7,5 | STORIA 8 | SVILUPPO 7