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Un bell'avvenire, di Marco videtta

Autore: Giorgio Gabbi
Testata: Peace Reporter
Data: 27 luglio 2009

Il certificato di morte della Questura non lasciava dubbi: “Fucilato dai patrioti in Milano il 29 aprile 1945, in seguito agli avvenimenti insurrezionali”. Lucio era stato un fascista fanatico deciso a combattere per il duce fino all’ultimo respiro, e questo suo fratello Fulvio lo sapeva. Anche Fulvio era stato fascista, non fanatico, però. Ufficiale della guardia nazionale repubblichina, era stato messo al muro per essere fucilato: all’ultimo momento, però, era intervenuta una partigiana che durante la guerra aveva amoreggiato con lui per carpirgli informazioni e che lo aveva salvato facendolo spedire in un campo di concentramento americano. Fulvio avrebbe potuto rassegnarsi di fronte a quel che diceva il certificato sulla fine del fratello: dopo tutto, era stata quella la sorte, da una parte e dall’altra, per chi veniva preso con le armi in mano. E invece non si rassegna: al fratello deve essere successo qualcosa che lui non sa e che deve scoprire a tutti i costi. Così l’Autore fa compiere al suo personaggio narrante, Fulvio, un’inchiesta in piena regola sull’ultimo anno di vita del fratello Lucio. Un viaggio a livello psicologico attraverso il proprio vissuto di fascista soggiogato dall’amore e dall’ammirazione del fratello maggiore, idealista fanatico. Un viaggio a livello storico, attraverso le testimonianze di chi aveva operato nell’attività più oscena, i servizi di spionaggio, di una guerra oscena come solo può esserlo una guerra civile. Ma questo non è un romanzo di ricordi, è un noir di azione: perché odio e fanatismo non finiscono con l’aprile del 1945. C’è ancora gente che uccide e viene uccisa perché i conti da saldare sono troppi. Fulvio scoprirà una verità inimmaginabile su chi ha ucciso il suo adorato fratello. E alla fine riceverà un’offerta per lui impensabile: unirsi agli extracamerati che si sono accortamente riciclati nei servizi informativi della Repubblica nuova di zecca e a guida democristiana. Per continuare a combattere i “rossi”: con uno stipendio decente e senza correre troppi rischi.