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Estasi...letterarie

Autore: Alice Ungaro
Testata: 4four
Data: 2 settembre 2009

"Ormai niente ha più importanza. Eccetto questo sapore che inseguo nei recessi della memoria e che, furente per un tradimento che io nemmeno ricordo, mi resiste e ostinatamente mi sfugge." Sono queste le parole chiave del romanzo “Estasi culinarie” di Muriel Barbery, nota al pubblico italiano per il caso letterario del 2007, “L'eleganza del riccio”. E' con sommo piacere che ritroviamo anche qui ( e in effetti è stato scritto prima ) il celebre palazzo di Rue de Grenelle con la sua portinaia, Renée, e la famiglia Arthens del quarto piano. Ed è proprio Monsieur Arthens il protagonista di queste nuove vicende parigine: è il critico gastronomico più illustre e celebre al mondo, grazie a lui la cucina è entrata a tutti gli effetti nell'olimpo delle arti, lui soltanto ha deciso le sorti di intere maisons e la carriera di numerosi chef...e la sua vita sta per terminare...

Non è l'attesa del fatidico giorno a sconvolgerlo, quanto il ricordo di un indefinito, mitico sapore perduto nel tempo e che potrebbe farlo riconciliare “a un dono di vivere finora incompreso”. Inizia così il viaggio di una vita piena ed egocentrica, sontuosa e beffarda, puntellata da sapori talvolta raffinati, altre volte quasi primordiali, legati ad un'infanzia di cui non è rimasto il benché minimo innocente lascito. La Barbery recupera lo stile di scrittura utilizzato ne “L'eleganza del riccio” affidando a pagine di diario le più intime vicende umane. Vicende che si rivelano condivise: ogni sapore è un ricordo; ogni ricordo, reale o “fortemente voluto” è partecipato dai familiari, i rancorosi figli, l'umiliata e tradita moglie, lo stimato nipote ( l'unico portatore di un sentimento positivo ), tutti spettatori impotenti della vita di Arthens padre, qui, in queste pagine, finalmente restituiti al ruolo di esseri pensanti e senzienti. L'autrice è magistrale nel tessere le maglie di una mente tesa al recupero di un semplice, improbabile ricordo sulla quale si possono basare le fondamenta di una vita o , meglio, si può dare il via ad una attesa redenzione. E lo fa con la consueta sensibilità e capacità di dare colore a personaggi che paiono reali e tangibili. Crediamo alla loro esistenza almeno fino a quando non leggiamo la parola “fine” sull'ultima pagina del libro. “Estasi culinarie” è un gioiellino letterario, almeno quanto “L'eleganza del riccio”. Muriel Barbery si riconferma qui “autrice di vita”.