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“La bionda del Kontiki”, un romanzo di Katia Ceccarelli

Autore: Ester Gugliotta
Testata: Fuori vista
Data: 20 marzo 2017
URL: http://www.fuorivista.eu/?p=680

Edito nell’ancora vicino 2016 dalla casa editrice Edizioni e/o, “La bionda del Kontiki” è un romanzo nato dalla penna di Katia Ceccarelli, già autrice nel 2006 del saggio “Lolite. Storie e visioni di piccole seduttrici” per Nuovi Equilibri/ Stampa Alternativa.

Una penna scorrevole e raffinata quella che dipinge con pochi tratti il personaggio principale, Teresa, sposata con Ovidio dalla quale ha avuto due figli, ed il suo mondo fatto di piccoli piaceri e una ricerca incessante del proprio io, del proprio spazio vitale. Perché non sempre la famiglia che ci creiamo riesce a soddisfare le nostre aspettative ed è questa la consapevolezza che nasce in questa donna alle soglie dei sessanta. La consapevolezza che non è mai tardi per sentirsi apprezzati, per tentare di riscoprire se stessi e le proprie passioni.

Passioni che emergono dopo una piega dalla parrucchiera di fiducia, passioni con le quali mettersi alla prova anche a costo di sentirsi inadeguati, passioni tramite le quali conoscere nuove persone e rompere la monotonia di un’esistenza. Il Kontiki, scenario privilegiato di questa rinascita, è un locale dedicato agli appassionati di ballo, un luogo dove dimenticare i problemi ed abbattere i muri creati dalle dicerie di paese e sentirsi finalmente liberi da condizionamenti.

Una sensazione che riporta alla mente quella del protagonista di un celebre film “Shall we dance?” del 2004 diretto da Peter Chelsom ed interpretato dal Richard Gere, nel quale l’avvocato di successo di Chicago John Clark, pur avendo tutto dalla vita, decide di iscriversi a una scuola di ballo per avere nuovi stimoli ad affrontare la sua situazione di costante insoddisfazione.

Una sensazione di rinnovamento fisico e psicologico che accomuna il protagonista del film con Teresa, sebbene con molte differenze a livello narrativo e con vari aspetti da tenere in considerazione, primo fra tutti l’assai diverso modo di ampliare le prospettive da parte degli uomini e delle donne. Differenze tra uomini e donne che emergono anche nel libro in più di un’occasione, quando ad esempio Teresa si ritrova di nuovo alle prese con turbamenti amichevoli ed amorosi, prima con Lando, rinomato viveur sessantacinquenne con lo spirito di un ragazzo, poi con Jolanda, della compagnia del Kontiki e che si sente minacciata dalla nuova arrivata, ed infine con il misterioso Blek, anche lui un habitué del locale al centro di tanti accadimenti.

La leggerezza, nell’affrontare un tema femminile così presente nella realtà, è insita nel racconto della Ceccarelli ed è data da uno stile che non lascia spazio a lunghe descrizioni a favore di un andamento brioso della vicenda. Uno stile asciutto che fa di questo romanzo una piacevole lettura, una piccola sorpresa della narrativa italiana, nella quale l’amore fa solo da sfondo a una narrazione che tenta di far riflettere il lettore sulla condizione di moglie e di madre nel quale, alle volte, la donna si sente rinchiusa come in gabbia.

Di semplice costrutto, “La bionda del Kontiki” sorprende per la vicinanza alla dimensione quotidiana, intessuta però di rimandi profondi nei quali l’autrice lascia intravedere piccoli riferimenti a quei non – luoghi, spazi dell’anonimato frequentati da individui simili ma soli, di cui Marc Augé iniziò a parlare nel 1992 e che vengono qui stilizzati cogliendo appieno la realtà di quei centri commerciali in cui Teresa cercherà disperatamente di ritrovare se stessa, senza rendersi conto che è proprio in luoghi come quelli che rischia di cadere nell’omologazione e nella perdita della sua parte più vera.