E lamore che muove il mondo. Anche quello della criminalità organizzata. Lamore dei banditi: quello del gangster serbo e quello dellitaliano, Beniamino Rossini, il malavitoso milanese amico di Marco Buratti, lAlligatore, linvestigatore privato senza licenza che non usa armi, beve solo Calvados (ricordo di una storia damore finita) e ascolta soltanto musica Blues (in memoria dei tempi in cui era il cantante degli Old Red Alligators) nato dalla penna di Massimo Carlotto. LAlligatore, eroe sempre più malinconico e seducente, è tornato. Dopo sette lunghi anni di assenza, anni passati a lavorare su una storia drammatica e mozzafiato, quella che, da oggi, possiamo leggere ne Lamore del bandito.
Il rapimento di Sylvie, la danzatrice del ventre franco-algerina, la donna di Rossini, scatena una caccia alluomo che si muove tra lItalia e lestero e attraversa gli anni. LAlligatore, Rossini e Max la memoria, sono i protagonisti di questo affascinante esperimento letterario fatto di continui flash-back e flash- forward che cerca di arrivare alle origini dellodio per capire i motivi che hanno scatenato il rapimento. Si torna indietro così sino al 2004, anno del furto, dallIstituto di medicina legale di Padova, di quarantaquattro chili di droga pesante, furto su cui indagano da un lato le forze dellordine e dallaltro la criminalità organizzata.
Servizi segreti, mafie internazionali e criminalità locale, in una lotta di tutti contro tutti senza colpi ferire che asseconda e fomenta lodio etnico sullo sfondo di una Padova sempre più snodo degli appetiti di tutte le mafie. Lo aveva detto Carlotto che sarebbe stato lideale seguito di Nessuna cortesia alluscita e che ci avrebbe offerto una panoramica sui vari sistemi mafiosi stranieri che dilagano in Italia e il Nord est.
In unintervista del 1999 aveva dichiarato: Quando hanno iniziato a sbarcare gli albanesi, giudici e poliziotti si sono affrettati a dire che non cera pericolo di una delinquenza organizzata. Invece cera e come, ed io lho subito detto. La realtà è che negli ultimi tre anni tutto è cambiato, che oramai la malavita italiana è soppiantata da albanesi ed altri gruppi stranieri, con un aumento molto forte anche della violenza, che è ormai di stampo americano.
Lamore del bandito è il racconto dettagliato della strategia organizzativa delle nuove mafie che assorbe le strutture già esistenti e le controlla da dietro le quinte, così quella che era stata la prima generazione di criminalità straniera a Padova si era ridotta a una truppa di galoppini per le forti divisioni interne e la scarsa propensione allo scontro armato. E la storia romanzata di malavita che diventa cronaca di tutti i giorni. Quella fatta di organizzazioni in grado di soddisfare qualunque fantasia potesse albergare nella mente di un riccone. E la lucida e sapiente descrizione della realtà del Nord Est in cui si muovono personaggi disperati, spietati, indifesi e contraddittori, così comè contraddittoria la realtà. Quella di un nord est dei ristoranti per cocainomani: cucina appena passabile, ambiente discreto, in cui si serve il solito vino costruito dallenologo del momento con uno sgabuzzino posizionato strategicamente tra le porte dei bagni dove la moglie del proprietario si preoccupa di far trovare piste e cannucce sempre pronte a disposizione dei rampanti sniffatori di ambo i sessi. La realtà di un mondo in cui tutti fottono tutti, vuoto, assuefatto e insensibile agli orrori di tutti i giorni, in cui lo straordinario negativo diventa ordinario. Ogni volta però Carlotto, come un rabdomante, da questo ordinario negativo riesce a scovare e narrare quellumanità, poesia e bellezza che ancora esistono e che muovono il mondo.