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Bellissimo, Massimo Cuomo e il realismo magico del Sud America

Autore: Patrizia Debicke van der Noot
Testata: Mente locale
Data: 4 maggio 2017
URL: http://www.mentelocale.it/magazine/articoli/72967-bellissimo-massimo-cuomo-e-il-realismo-magico-del-sud-america.htm

Non è facile parlare di Bellissimo di Massimo Cuomo (E/O 2017, 264 p, 17 Euro) di un libro, o meglio di un magico romanzo fatto di sensazioni, sfumature, reazioni umane che vanno dall’adorazione, la contemplazione, lo sbalordimento, all’accettazione di un qualcosa di diverso, di inspiegabile ma magnificamente e immediatamente tangibile.

Perché Miguel è un neonato bellissimo subito, di una bellezza così incredibile, da sembrare miracolosa e che soggioga chiunque posi gli occhi su di lui. Una bellezza che incanta, scatenando un’idolatria, una specie di culto pagano in tutta la popolazione di Merida.

Figlio di Vicente Moya, uomo alto, bello, prestante, fiero fino alle lacrime del suo splendido secondogenito, e di sua moglie Maria, che è la prima a continuare a fissare a bocca aperta il figlio, incredula e incapace di capacitarsi di tanta grazia.

Il fratello di Miguel, Santiago, maggiore di lui di cinque anni è costretto a essere il diretto testimone, coinvolto e in un certo senso intimorito, delle prodigiose reazioni della gente davanti alla bellezza del piccolo. Santiago infatti ha capito subito che quella bellezza di Miguel cambierà tutto. Non solo nella sua vita ma nella vita della loro famiglia, del quartiere che li circonda e dell’intera città di Mérida.

Tutti vogliono vedere Miguel, coccolarlo, ammirarlo. Frotte di vicini e poi addirittura una folla di curiosi che accorrono e incalzano, affollando la casa dei Moya, il cortile, la piazza. E Santiago, costretto a vivere nell’ombra di Miguel, pur sentendo a suo modo di amarlo e proteggerlo, soffre fin dall’inizio per l’evidente contrapposizione tra loro. Infatti mentre Miguel sicuro, impavido fino all’incoscienza e egoisticamente serafico, crescerà catturando sempre di più la luce dei riflettori, con gli sguardi delle ragazze e delle donne solo e soltanto per lui, Santiago, condizionato da quella grande bellezza che porrà in secondo piano la sua esistenza, si appiattisce, pur cercando altri sfoghi nel lavoro e nella lettura.

Due fratelli che parrebbero tanto diversi, in tutto, ma che in realtà, con le loro differenze, finiscono con completarsi a vicenda, e forse non potrebbero esistere l’uno senza l’altro.

Il romanzo è ambientato in Messico, una straordinaria e impeccabile cornice per una storia fantastica arricchita dal magico realismo dei colori, tipico del romanzo sudamericano di un tempo. I protagonisti e i personaggi minori sono abilmente tracciati con l’accurato pennello di un miniaturista, vedi lo straordinario nonno dei ragazzi: Hermenegildo Serrano con la sua Ford, il suo mangianastri e la sua passione per la musica di Jarabe Tapatío. Tutti gli eventi narrati nella storia riverberano di una mitica luce, esibendo irreali situazioni che però in un romanzo ambientato in Sud America diventano misteriosamente plausibili, magiche, bellissime. Scopriamo un rapporto talvolta conflittuale tra fratelli, il discutibile ruolo dei genitori, le storie d’amore di Miguel e Santiago, i viaggi, tutti descritti ricorrendo a una profonda e credibile riflessione psicologica che sconfina talvolta in un ideale fiabesco.

La storia si snoda fra dispiaceri, conflitti, fughe, rimorsi, ritrovamenti, abbandoni e illuminazioni, mentre seguiamo le vicende dei Moya, delle donne amate da loro, degli abitanti del posto, tutti in diverso modo coinvolti e marchiati per sempre dallo straordinario incontro con la bellezza di Miguel.

La vita però non fa sconti e anche Miguel Moya, con gli anni e attraverso un lungo e faticoso apprendistato, saprà trovare la giusta via per un rapporto consapevole e maturo con gli altri.

Un felice ritorno di Massimo Cuomo con Bellissimo, dopo lo straordinario Piccola Osteria senza parole. Libro da leggere e assaporare.