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Il professore del brivido

Autore: Elisabetta Rosaspina
Testata: Io Donna
Data: 7 maggio 2017
URL: http://www.iodonna.it/attualita/in-primo-piano/2017/05/06/michel-bussi-sono-il-professore-del-brivido/

È già un mistero, a ben pensarci, come abbia fatto uno stimato professore di geografia dell'Università di Rouen a trasformarsi in un Alfred Hitchcock normanno, un genio del crimine e della manipolazione, un illusionista che semina indizi fuorvianti per disorientare chiunque si azzardi a seguirlo nei meandri delle sue fantasie, fin sull'orlo del baratro che gli ha scavato proprio sotto il naso.

È già sorprendente che questo ultra cinquantenne, oculato studioso di mappe e tendenze elettorali, riesca a penetrare la mente contorta, vendicativa e imprevedibile di un personaggio agghiacciante e feroce come ... Be', questo non si può specificare. perché guasterebbe il colpo di scena finale di

Non lasciare la mia mano, l'ultimo romanzo pubblicato in Italia dalle edizioni e/o a firma di Miche! Bussi, il secondo giallista francese per copie vendute, onnai iscritto nelle top ten degli scrittori più letti in patria, alla media di un milione di copie vendute all'anno. Ma apprezzato anche nel resto del mondo, dove è tradotto in una trentina di idiomi.

E infine, è già piuttosto raro che un autore rifiutato per vent'anni da tutti gli editori possa ribaltare il suo destino nel giro di due, arrivando a scalare le classifiche e a fare incetta di premi letterari.

In fondo, la traiettoria che ha portato questo ricercatore del laboratorio di geografia elettorale del Cnr di Rouen dal riempire i suoi cassetti di manoscritti respinti al calcolare (è il suo mestiere) che almeno un francese su cento abbia letto uno dei suoi libri sarebbe di per sé un romanzo:

«Ero in università di giorno e scrivevo di notte ma, dallo scorso mese di settembre, ho dovuto accantonare l'insegnamento» informa con un po' di rammarico. «Sono in aspettativa, per dedicarmi a tempo pieno alla scrittura».

Quel che più incuriosisce è la tenacia con cui Michel Bussi ha creduto nel proprio talento, fin da quando, una dozzina di anni fa, dopo un viaggio a Roma, s'intestardì a cercare un parallelo fra i rebus del Codice Da Vinci di Dan Brown e possibili enigmi, indicazioni, tracce, riferimenti dissimulati da Maurice Leblanc nelle sue Avventure di Arsenio Lupin, per condurre alla scoperta di un tesoro normanno. Dal rompicapo scaturì il Codice Lupin, stampato nel 2006 in 500 copie, prima di diventare un inatteso successo da sette ristampe in pochi mesi. Certo, le approfondite conoscenze di storia e geografia devono avergli facilitato il compito: «Per me, prima viene la trama, la storia, e poi scelgo il luogo in cui collocarla» assicura.

«Nel caso di Non lasciare la mia mano mi interessava il passaggio repentino dall'aspetto paradisiaco, il più turistico, a quello selvaggio, alla giungla. E l'isola della Réunion, che già conoscevo bene, con il suo vulcano e i suoi fenomeni naturali, come la nebbia improvvisa, si prestava magnificamente, per ambientarvi in modo convincente gli inseguimenti, e per trovare i nascondigli adatti ai fuggiaschi».

Nella vita reale, Bussi non ha intenzione di lasciare la sua Normandia, dove ha ambientalo i suoi primi racconti, come Ninfee nere a Giverny, se non per cercare nuovi scenari in Corsica (Tempo assassino) o nel dipartimento francese nell'Oceano Indiano: «A i miei romanzi servono sfondi dalla forte personalità, che aiutino a comprendere anche la natura dei personaggi. I flic, i poliziotti della Réunion che partecipano alle indagini, provengono da zone etniche diverse dell'isola e questo mi ha permesso di caratterizzarli anche dal punto di vista sociologico. Se abitassero in una qualsiasi grande città sarebbe stato più difficile».

A proposito, Monsieur Bussi, come mai non ha concepito anche le i il suo commissario di riferimento, come Maigret per Simenon? «Perché amo molto l'idea che non si possa prevedere assolutamente come la storia andrà a finire» risponde, vagamente minaccioso.

«Un investigatore ricorrente impedirebbe molte soluzioni, anche per quel che lo riguarda. Ma, le mie, sono soprattutto storie di destini e, non si sa mai, alcunj dei poliziotti potrebbero riapparire. Christos, per esempio». Bizzarro sottotenente cinquantenne, dalle camicie improbabili, alla Réunion Christos Konstantinov è il braccio destro della capitana Aja Purvi, oltre che uno svagato consumatore di marjuana. Il che non gli impedisce di intuire per primo, sebbene in ritardo, che nulla è come appariva, sotto il sole dei tropici.

E, all'ombra della Tour Eiffel, come finirà il duello elettorale, secondo lo specialista di geografia elettorale? «Chiunque vinca, Emmanuel Macron o Marine Le Pen, farà molta fatica a formare una maggioranza di governo. Prevedo un periodo di instabilità per la Francia. Ma qui entriamo nella pura realtà, interessante, però lontana dai miei romanzi. Quello della politica è un mondo decisamente più pragmatico».