Seduto a un bar sorseggia uno Spritz
con laria losca di sempre, in attesa di
una donna - una moglie fedifraga - da
trattare male, perché lui di donne non
ne ha mai capito niente. Così rientra in
scena dopo sette anni di "latitanza" linvestigatore
privato Marco Buratti, per tutti
lAlligatore. Di lui e della sua ultima
avventura, Lamore del bandito, parliamo
con Massimo Carlotto, 53enne padovano
con un passato burrascoso e un presente
che lo conferma come il più internazionale
tra gli scrittori di noir italiani.
Lautore sarà domenica 11 ottobre ospite
con Tecla Dozio della rassegna La passione
per il delitto (ore 11.30 B&B C -
Rooms di Cremella).
Carlotto, innanzitutto, come sta l«Alligatore
»?
Direi bene, anche se nel frattempo, come
tutti, è un po invecchiato. Non mi
piace lidea molto americana per cui un
personaggio, libro dopo libro, resta sempre
lo stesso. Il mondo cambia e lAlligatore
deve fare i conti con la realtà di
oggi. È una storia di droga, rapimenti e
ricatti che si svolge tra Padova, la Francia
e la Svizzera.
Le pagine dedicate al
fenomeno della nuova criminalità nel
Nordest sono una denuncia della connivenza
tra malavita, politica e imprenditoria.
Ne esce un quadro inquietante
Rispetto al passato è cambiato tutto. La
vecchia cultura criminale cercava un
equilibrio con il territorio. Poi
la mafia del Brenta è "fallita"
proprio come unimpresa e ha
lasciato un vuoto. Oggi cè il
totale asservimento alle mafie
straniere, è un saccheggio. Esiste
un cartello che controlla il
confine; da cittadino già da
tempo partecipo in prima persona
a momenti pubblici per
denunciare il legame tra evasione
e riciclaggio del denaro:
la gente deve sapere come
stanno le cose.
A proposito di confine, una
parte del racconto è ambientata a Lugano
(luogo, lei scrive, "dove non accade
mai nulla"). Conosce la realtà di
frontiera tra Como e la Svizzera?
Molto bene. Li ho ambientato un romanzo
(La terra della mia anima ndr), che
racconta le memorie del contrabbandiere
Rossini, che è poi il "bandito" del titolo.
Ho usato il quotidiano La Provincia
per documentarmi su chi erano gli spalloni
e cosa facevano. La grande differenza
è il confine: da quello con lEst può
transitare di tutto senza alcun controllo,
quello con la Svizzera, invece oggi è, a
quanto mi risulta, molto più tranquillo,
abbandonato da traffici criminali.
Nel romanzo precedente «Perdas de
Fogu», scritto con il collettivo Mama
Sabot, si era occupato del legame tra
sperimentazione belliche e patologie
tumorali al Poligono sardo di Salto di
Quirra. Perché sempre più spesso il
giallo sconfina nellinchiesta giornalistica?
Sono i lettori a volerlo. È un fenomeno
unico che accade solo in Italia; sono in
molti a proporre agli scrittori di occuparsi
di questo o quellargomento. Per questo
una parte della letteratura di genere
è inchiesta. La conseguenza è che cambia
anche il lavoro dello scrittore. Devo
documentarmi molto di più, ci sono persone
che mi aiutano a raccogliere il materiale.
Ultimamente le è capitato di scrivere
libri con altri: Francesco Abate,
Marco Videtta, i Mama Sabot. Come
mai?
Quando si lavora a un romanzo con il taglio
da inchiesta che si diceva prima è
quasi necessario essere in coppia o in
gruppo. Nel caso poi di scrittori esordienti,
è unesperienza molto positiva. Alcuni
con cui ho iniziato sono in grado di
correre da soli.
Passiamo ad argomenti più frivoli,
musica e cucina, le sue passioni. In alcune
pagine si diverte a prendere in
giro i ristoranti alla moda dove i nomi
dei piatti "evocano trionfi di sapori",
ma al palato sono solo "unaccozzaglia
di gusti". Cosa non le va giù?
È vero sono un appassionato enogastronomo,
ho anche militato nello Slow
Food. Ciò che non riesco a capire del
mondo di oggi è perché abbiamo abbandonato
la cucina tradizionale in nome di
piatti appiccicati e inventati.
Per fortuna resta la musica
In effetti negli ultimi anni il jazz in Italia
ha avuto un buon sviluppo, il blues
non altrettanto, ma noi amanti del genere
non siamo preoccupati: il blues non
muore mai.
Nel finale del libro il protagonista dice,
amaro, a un amico "Siamo vecchi
attrezzi di un passato che non tornerà".
Ha di nuovo intenzione di mettere
a riposo lAlligatore?
Niente affatto. Il romanzo è il primo atto
di una trilogia. Nel secondo il protagonista
andrà a spasso per lEuropa, nel
terzo vedremo. Poi, negli incontri con i
lettori, si finisce a parlare delle fidanzate
di Alligatore e la cosa mi diverte un
sacco.
Lei firma anche uno dei nuovi episodi
della fiction tv Crimini (nel 2010 su Raidue).
Di cosa tratta?
È una vicenda dal taglio molto cinematografico
che si svolge al Nord, tra Milano
Padova e Trieste. In più cè una curiosità:
è la prima volta che il protagonista
di una mia storia appartiene alle forze
dellordine.