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Salone del Libro 2017, Enard e il romanzo mondo che guarda a Oriente

Autore: Davide Mazzocco
Testata: Booksblog
Data: 22 maggio 2017
URL: http://www.booksblog.it/post/142054/salone-del-libro-2017-enard-e-il-romanzo-mondo-che-guarda-a-oriente

Libri come Bussola di Mathias Enard spalancano mondi e ribaltano le prospettive, sia che si tratti delle forme della narrazione, sia che si parli degli stereotipi sull’Oriente.

Vincitore del Premio Goncourt 2015 e pubblicato da e/o con la traduzione di Yasmina Mélaouah, Bussola è un libro che richiede lo sforzo dovuto alle opere destinate a diventare classici. Presentare al pubblico un libro del genere non è facile e ieri, al Salone Internazionale del Libro, Andrea Bajani ha adempiuto a questo compito con l’abnegazione di una “lepre” che debba far battere il record mondiale al maratoneta predestinato.

Il libro si svolge in una notte d’insonnia che diventa il contenitore dentro il quale far vivere ricordo e immaginazione, narrazione e divagazione, romanzo e saggistica. In questo tempo dilatato da “80 secondi a pagina” sono racchiusi la vita, la morte, l’amore e le passioni intellettuali di Franz Ritter, un musicologo che racconta le sue peregrinazioni in Oriente e il suo amore incompiuto per Sarah:

“Non sono d’accordo con chi dice che nel mio romanzo non ci sia una trama. In ‘Bussola’ ci sono il mistero, l’azione e la suspense, ma l’azione è incentrata sulla passione per la scoperta e sullo scambio della conoscenza”. Enard sottolinea come i suoi personaggi siano “disorientati” ovverosia letteralmente alla ricerca dell’Oriente. È singolare riflettere sull’etimologia del termine: non si cerca l’occidente, non si dice “disoccidentati” ma, appunto, “disorientati”. La ricerca, prendendo le mosse dalla Mitteleuropa e da Vienna si muove verso la Turchia, la Siria e l’Iran, territori che Enard ha conosciuto come accademico, prima di diventare scrittore.

Bussola è un viaggio geografico e temporale, un’allucinazione notturna in grado di attrarre anche i lettori – come il sottoscritto – che prediligono la forma saggistica. Un lavoro che rappresenta la summa di una preparazione durata anni:

“Prima della scrittura propriamente intesa ci sono stati anni di studi, quelli del mio lavoro di storico e ricercatore. Nel mio libro si indaga il rapporto fra l’Occidente e l’Oriente e si fa riferimento a molte delle questioni musicali, storiche, archeologiche e letterarie sollevate nel XIX e XX secolo. Uno dei dettagli ai quali sono stato molto attento era che il lettore potesse reperire su Internet le musiche di cui parlo o le informazioni sui personaggi storici descritti nel mio libro. Forse è per questo che, in più di un’occasione, i lettori mi hanno detto che concludere ‘Bussola’ ha fatto venire loro la voglia di leggere altri libri”.

Enard ha raccontato come durante la sua attività di accademico e ricercatore non avesse l’idea di diventare scrittore: “Mi sembrava che la narrativa e il romanzo fossero un’attività frivola. Ho dovuto stancarmi della letteratura accademica per lanciarmi nella violenza del romanzo e in tutte le possibilità che questa attività consente”. Durante i quattro anni di scrittura di Bussola, Enard ha trascorso due anni a Berlino, entrando in contatto con l’orientalismo tedesco. In quel periodo la Siria che fa da sfondo a molte delle vicende del suo romanzo, veniva distrutta dalla guerra civile, un aspetto che lo scrittore definisce come “terrificante”.

“Molti mi hanno detto che il mio libro ha cambiato la loro percezione dell’Oriente e di quanto quel mondo abbia dato alla cultura occidentale” ha concluso Enard. Confermiamo: se c’è un pregio che va oltre i meriti letterari di Bussola è proprio quello di farsi veicolo di una mediazione culturale sempre più necessaria.