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Nero di mare

Autore: Francesca Mogavero
Testata: ThrillerNord
Data: 6 luglio 2017
URL: http://thrillernord.it/nero-di-mare/

Un noir in e con tutti i sensi.

Il nuovo romanzo di Pasquale Ruju ci fa precipitare tra le onde verdi e blu della Sardegna, torbide, oscure e abissali appena sotto la superficie spumosa; ci tenta con una tazza di caffè amaro e senza fondo, con un bicchiere bruno di whisky e un’abbondante e ambigua sorsata di oblio; dice e non dice tra occhi scuri del Sud e carnagioni olivastre che celano iridi di serpente e pallori mortali… e poi ci abbaglia, ci acceca con un flash di inaspettato e di humour. Nero, ovviamente.

Come si addice agli eroi dei fumetti in bianco e nero (ed eccolo di nuovo, il nero), capaci di colorare una tavola, una giornata e i pensieri con una battuta al momento giusto, un’impresa folle e memorabile o un colpo di scena.

E così è il nostro protagonista Franco Zanna, “all’anagrafe Francesco Livio Zannargiu”, fotoreporter arrabbiato, sconfitto e in fuga, ma ancora flessibile e agile (o quasi…), svelto nel rimettersi in pista, a mettere da parte, almeno momentaneamente, le seduzioni di una solitudine alcolica e senza sogni, a ridere senza freni, senza ragione e in barba alle conseguenze, per seguire le tracce di una sirena dai capelli di fiamma. Ma il fuoco accende la notte e i sensi, scalda, consuma e si consuma… Quindi il tempo stringe, l’adrenalina sale e s’impenna, i proiettili fischiano e il confine tra mare e terraferma, tra leggende di marinai e umana bestialità si fa via via più netto.

Latitanti irresistibili, saggezza da bar, seadas e sole impietoso: in Nero di mare non mancano personaggi complessi e realistici, profumi di una terra antica, espressioni dialettali di arcaica e arcana immediatezza… e i summenzionati, attesi e riusciti lampi di ironia, belle pazzie rocambolesche, sterzate improvvise e “amici” letterari perduti e ritrovati che i lettori di Un caso come gli altri non potranno non salutare con un sorriso e una pacca sulle spalle. Il tutto con un retrogusto salato, non del tutto cristallino e sereno, uno strascico di irrisolto e inspiegabile. Come un albo di Dylan Dog. Come il mare del Meridione incantevole e affamato di carne e giovinezza. Come il Nero con l’iniziale maiuscola, “Appiccicoso, pesante”, che culla e rassicura, erodendo e inglobando pezzo dopo pezzo.