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Nordest

Autore: Salvatore Chianese
Testata: Leggeremania
Data: 10 luglio 2017
URL: http://www.leggeremania.it/2017/07/10/nordest-di-massimo-carlotto/

Nordest di Massimo Carlotto è un noir che diventa manifesto di denuncia del degrado politico e morale di un territorio che solo pochi anni fa era un’area in formidabile crescita economica.

Nordest, scritto dal celebre autore di noir Massimo Carlotto insieme con lo sceneggiatore Marco Videtta, racconta del difficile rapporto padre figlio nel contesto di una famiglia dell’alta borghesia della provincia veneta e prende spunto dal noir per rivelare l’attuale situazione del nordest italiano, stretto in una morsa di degrado e corruzione.

Il protagonista del romanzo è Francesco, giovane e brillante avvocato figlio di Antonio Visentin, il principe del foro, l’uomo più autorevole del paese. Francesco fra pochi giorni deve sposarsi con Giovanna, una ragazza giovane e avvenente che lavora proprio presso lo studio di suo padre. La ragazza ha avuto, qualche anno prima, una storia con Filippo, un amico di Francesco, figlio unico della contessa Selvaggia Calchi Renier, la donna più ricca del paese, socia di Antonio Visentin nella Fondazione Torrefranchi, un consorzio di aziende molto potente e in grado di fare affari con chiunque.

Tutto sembra perfetto nella vita di Francesco che – come è normale che sia nella logica della provincia veneta – si appresta a sposare la ragazza più bella del paese per poi entrare a lavorare a pieno titolo nel prestigioso studio del padre. Ma qualcosa va storto.

L’inizio di Nordest di Massimo Carlotto introduce il lettore nelle campagne venete dove una nebbia persistente e impenetrabile avvolge la zona, una Mazda rossa corre nella nebbia «spessa e opalescente» della notte. La giovane donna al volante percorre a memoria la strada che lo porta ad un villino di campagna, a preoccuparla però non è l’assenza di visibilità, ma il pensiero dell’uomo che le ha rovinato la vita, che ha «fatto di lei una puttana».

Ad aspettare la donna in casa, al buio, c’è un uomo che la attrae e le fa paura, i due fanno l’amore. Dopo, nel tepore della vasca da bagno, lui le insapona dolcemente i capelli e lei trova il coraggio per dirgli che è l’ultima volta, e che rivelerà tutto a Francesco, mentre le mani di lui la spingono giù, fino ad ucciderla.

Ad aggirarsi nei paraggi della villetta c’è anche un uomo, sporco e trasandato. Anche lui è a caccia di qualcuno e a guidarlo sono dei propositi di vendetta. La ragazza entra nella villetta: ne uscirà solo morta. Il giorno dopo, a scoprire il cadavere sarà proprio il fidanzato, Francesco, in un altro villino, quello di lei, in un’altra stanza da bagno, e per questo verrà subito incriminato.

Il sospetto nei confronti di Francesco si fa pesante: è accertato che la vittima ha fatto sesso poco prima di essere uccisa, l’assassino può essere proprio il fidanzato. Francesco invece pensa che ad ucciderla sia stato Federico, l’ex di Giovanna, ma la soluzione sarà ancora più atroce.

Il giovane scoprirà che la sua amata lo tradiva ed è ossessionato da questo pensiero, in particolare da una frase che Giovanna ha confidato all’amica poco prima di morire: “Sono diventata la puttana dell’uomo che mi ha rovinato la vita”.

Per difendersi dalle accuse Francesco fa affidamento sul padre – gran maestro della Fondazione Torrefranchi che raccoglie tutti gli industriali del circondario – che si assicura che le indagini vadano nel verso giusto, soprattutto preservando il buon nome della famiglia.

Francesco, però, non si accontenta di essere scagionato, amava Giovanna e vuole scoprire la verità. A questo punto più si va avanti nel racconto, più il giallo della morte della donna si intreccia con altre storie torbide che coinvolgono il passato delle famiglie più in vista del paese e il cui filo rosso è costituito dal promesso sposo, ultimo discendente di una famiglia di avvocati che hanno sempre vinto tutte le cause e che sono da sempre il braccio legale dei padroni locali. Investigando sulla morte della fidanzata, Francesco si ritrova a scoperchiare un nido di vipere fatto di innumerevoli malefatte e delitti. L’inquinamento massiccio, il traffico continuo di merci illegali da e per i Paesi dell’Est. Un carabiniere tenta di indagare sulla piovra che tiene in pugno quel paesino di provincia, ma ha le mani legate da un magistrato che sembra non capire ciò che gli accade intorno, o finge di farlo per non pestare i piedi ai potenti.

Parallelamente alla storia nel romanzo è descritto il rapporto tra padri e figli, segnato da conflitti, ipocrisie e tradimenti. Una generazione, quella dei padri, che ha accumulato ricchezze, mentre i figli considerano quello stile di vita una cappa di piombo da cui liberarsi appena possibile. Allo stesso tempo, i padri non sono proprio quelle persone integerrime che dicono di essere. Come in ogni noir che si rispetti la soluzione arriverà in un finale dove è difficile distinguere tra vittime e carnefici.

Uno scenario depresso e rabbioso quello descritto in Nordest di Carlotto e Videtta per raccontare una storia che val aldilà del noir. Una ricchezza spesso accumulata in tempi rapidi, bande di giovani malavitosi italiani e stranieri, intrecci occulti tra irreprensibili professionisti e poteri politici, un razzismo ipocrita e strisciante, traffici di rifiuti nocivi, avvento di nuove e vecchie mafie, e uno squallido giornalismo televisivo pronto a tutto, questo il quadro in cui si inserisce la misteriosa morte di una giovane assassinata a pochi giorni dal suo matrimonio.

Il territorio in questo libro non svolge solo la funzione di ambientazione per la narrazione dei fatti – così come avviene nei numerosi romanzi dell’Alligatore di Carlotto – ma assurge al ruolo di protagonista attraverso un percorso di analisi della provincia veneta dall’interno, raccontando direttamente della vita delle famiglie che vivono in questa realtà e della loro mentalità.

Il nord-est resta una delle regioni più ricche d’Italia, ma il processo di industrializzazione basato sulle piccole e medie imprese che ne ha caratterizzato il boom economico è ormai entrato in crisi con l’ingresso a pieno titolo di cinesi, tailandesi e malaysiani nell’economia mondiale, mentre il problema del passaggio della staffetta dai padri ai figli è più che mai attuale. Molte aziende chiudono sopraffatte dalla concorrenza asiatica e altre de-localizzano la produzione fuori d’Italia, dove il costo della mano d’opera è irrisorio. Ma la “delocalizzazione” prevede che ad essere esportati non sono soltanto i macchinari, quanto il modello sociale e produttivo della cosiddetta “terza Italia”: super lavoro, evasione fiscale, elusione delle leggi e, il circolo vizioso con la politica e le varie mafie che hanno usato il volto rispettabile del nord-est per riciclare denaro sporco. Romani, Italia, provincia di Trento, Treviso o di Verona e Vicenza; è il Nordest e non è quello che sembra…

Insomma, Nordest è un romanzo per chi ama i noir e vuole sapere di più sul volto oscuro di una certa parte dell’Italia.