Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

L’oscura immensita’ della morte di Massimo Carlotto

Autore: Elisa Rubertelli
Testata: Fuori margine
Data: 24 agosto 2017
URL: https://fuorimargine.net/2017/08/24/loscura-immensita-della-morte-di-massimo-carlotto/

Meraviglioso, seppur crudo ed oscuro: uno dei migliori libri che abbia mai letto. Una storia estremamente difficile, un gioco di specchi in cui non è la luce a riflettersi, ma un buio profondo che inghiotte la distinzione fra bene e male, giusto e sbagliato. La vendetta, anche per il più odioso dei crimini, può essere giustizia, può essere redenzione? Fin dove si è giustificati ad arrivare, a spingersi in nome di un dolore subìto ingiustamente per mano di un vile atto criminale? Ce lo racconta la parabola umana (opposta eppure parallela) di vittima, Silvano Contin, a cui sono stati strappati moglie e figlio, e carnefice, Raffaello Beggiato, autore del crimine. Personaggi e storia sono destinati a rimanere a lungo nella memoria e nella coscienza del lettore; la narrazione è condotta in maniera impeccabile alternando io narrante fra Contin e Beggiato, in un ping pong drammatico che costruisce un intreccio superbo e fatale. Carlotto spiazza più volte, togliendo letteralmente il fiato, tanto che, a volte è necessaria una pausa per respirare,vista l’enorme intensità emozionale della trama, i cui gli accadimenti si susseguono serrati. Un testo che indaga anche la risposta della società verso chi subisce un atto criminale tremendo, risposta che troppo spesso si incaglia in una commiserazione di circostanza, in una richiesta di pena elevata per il colpevole o, al contrario, nell’incitare al perdono la parte offesa, il tutto senza veramente cercare un’empatia, una vicinanza umana autentica. Cosa aggiungere, oltre a stra-consigliarlo?! Solo di essere consapevoli che sarà una giostra in cui tutto si ribalta,rimanendo eppur ancora ribaltabile; un racconto fatto di spigoli vivi che si dipana stritolando certezze morali in un dinamico, amarissimo divenire. Non posso che esser grata a Carlotto per averlo scritto!