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Ferrante Fever, il documentario che parla di noi

Autore: Flora Casalinuovo
Testata: Donna Moderna
Data: 28 settembre 2017
URL: http://www.donnamoderna.com/news/cultura-e-spettacolo/ferrante-fever-il-documentario-su-elena-ferrante

«Ho iniziato L'amica geniale e non riuscivo a smettere di leggerlo e di pensarci. Sono stata rapita dai personaggi, dalle emozioni...». A parlare è Hillary Clinton, che racconta la sua passione smisurata per i romanzi di Elena Ferrante. Comincia così, con la voce entusiasta di una delle donne più potenti del mondo, il documentario Ferrante Fever, al cinema dal 2 al 4 ottobre. Un'opera intensa, 70 minuti che scivolano veloci. Che i fan della scrittrice, e non solo loro, non possono perdersi. Perché, certo, il regista Giacomo Durzi mostra il fenomenale successo della Ferrante negli Stati Uniti, fa parlare grandi della letteratura contemporanea come Jonathan Franzen ed Elizabeth Strout, che analizzano scrittura e personaggi. Dà voce agli scrittori di casa nostra Roberto Saviano e Nicola Lagioia, perfetti ad analizzare il dibattito sull'anonimato dell'autrice, sul "mistero Ferrante" protagonista di numerosissimi articoli sui giornali, dibattiti social e chiacchiere quotidiane. Ci fa conoscere la sua traduttrice per il mercato americano, Ann Goldstein. E intervista anche i registi Mario Martone e Roberto Faenza, che hanno portato al cinema L'amore molesto e I giorni dell'abbandono. Ma non fa soltanto questo.

Quando partono le immagini sfuocate di una donna che cammina o disegni e ritratti prendono vita sul grande schermo, si sente la voce fuori campo dell'attrice Anna Bonaiuto, che legge interviste e lettere di Elena Ferrante: lì la scrittrice svela le sue scelte, i suoi personaggi e se stessa. E ci dice che, fuori dai suoi libri, «è una signora non diversa da tante altre». Allora, quando ascoltiamo queste confessioni sussurrate sentiamo anche la nostra voce. In Elena Ferrante, e nelle sue eroine Lia e Lenù, Delia e Olga, ritroviamo noi stesse: donne che sfiorano la pazzia perché lasciate dal marito, incapaci di essere madri, invidiose delle amiche, arrabbiate per un matrimonio sbagliato, desiderose di fuggire per lasciarsi alle spalle gli errori.

«Credo che le storie di Ferrante siano più grandi dei dati anagrafici, il suo è un universo variegato e coraggioso, frutto della sensibilità di una donna che sa mettersi in discussione. Come raccontano i grandi autori interpellati nel film, da Elizabeth Strout a Jonathan Franzen, non conoscere il volto di uno scrittore rende protagonista la scrittura (...) Elena Ferrante ha scelto di “scomparire” ancora prima dell’epoca dei social network, dove tutti vogliono marcare la propria presenza. Questa scelta etica fa aumentare la stima che ho nei suoi confronti, e il piacere di leggerla», Anna Bonaiuto Certo, la Ferrante è l'autrice che ha scatenato in America "una febbre del sabato sera", quella che ha venduto solo in Italia un milione e mezzo di copie per la tetralogia de L'amica geniale, che oggi è distribuita in 48 Paesi. Un fenomeno da Guinnes dei primati, che diventerà presto una serie tv co-prodotta da Rai e HBO. La scelta dell'anonimato ha animato infinite polemiche, tra tentativi di scoprirne l'identità e levate di scudi per difenderne il "diritto all'invisibilità", ma quello che ci intriga, nelle sue opere e in questo documentario, è la capacità psicanalitica di sviscerare l'universo femminile, di sottolinearne potenza e fragilità, di raccontare, quasi con crudeltà, quello che nessuno ha mai osato dire. Ovvero quanto sia difficile amare i propri figli, trovare un posto nel mondo, ammettere dubbi e fallimenti. La scrittrice napoletana, insomma, non parla a noi, ma parla di noi. E ci regala anche un piccolo, ma prezioso insegnamento: in un'epoca dove sappiamo tutto di tutti, lei sfugge e conquista il cuore e l'anima della gente con la sua assenza e con il coraggio di dire la verità.