Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Torna l'Alligatore e stavolta si innamora

Autore: Annarita Briganti
Testata: La Repubblica Milano
Data: 30 settembre 2017

La serie dell'Alligatore ha venduto solo in Italia oltre un milione di copie. Il cocktail con il suo nome, citato anche nel nuovo ro1nanzo che lo riguarda, esiste veramente e contiene sette parti di Calvados, tre di Drambuie, ghiaccio e una fettina di mela verde da sgranocchiare alla fine, «per consolarsi del bicchiere vuoto». Presto il personaggio cult di Massimo Carlotta, protagonista del suo nuovo noir, Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane (e/o), diventerà una serie televisiva, prodotta da Domenico Procacci per Fandango. A Milano lo scrittore, nato a Padova, dove vive, classe '56, terrà due presentazioru in un giorno. Mercoledi, Pacta dei Teatri, via Ulisse Dini 7, alle ore 18 con Valerio Lo Giacca e Nanni Delbecchi. In serata, "Cucina Calibro Noir", Osteria del Biliardo, via Enrico Cialdini 107, ore 20,30 con Luca Crovi e Gigio Alberti ( 35 euro più 5 euro di tessera associativa, info e prenotazioni: cucinacalibronoir@gn1ail.con1).

Per quelli che non lo conoscessero, chi è l'Alligatore?

«È un Personaggio che ho inventato ventidue anni fa, quando ho iniziato a fare lo scrittore. È un investigatore senza licenza, specializzato in indagini parallele. Gira sempre con due amici: un ex contrabbandiere e un ex militante degli anni '70. Lo chiamano gli avvocati per togliere i clienti dai guai. È uno che sistema le cose».

Lo ucciderà mai?

«Lo sto facendo invecchiare, non dicendolo esplicitamente, ma attraverso il suo corpo, il suo modo di pensare, l'atteggiamento più disincantato nei confronti della vita. I lettori sono preoccupati, ma esiste una regola aurea: "Non uccidere il tuo personaggio seriale, altrimenti ti toccherà resuscitarlo"».

In quali settori indaga stavolta l' Alligatore, con colpi di scena e doppio finale?

«Narcotraffico, operazioru disinvolte delle forze dell'ordine, prostituzione. Prendo sempre spunto dalla cronaca. Sono partito dall'ennesimo processo contro poliziotti accusati di irregolarità mentre indagavano sul traffico di droga, e dalla vita che fanno le prostitute quando invecchiano, riuscendo a mettere questi due filoni in un'unica trama. Un ex latitante diventa un infiltrato della polizia. Dei killer uccidono sua moglie e la sua amante. L' Alligatore e i suoi soci sono chirunati a risolvere il caso, che si rivelerà più complicato del previsto».

Perché è difficile capire chi sono i buoni e i cattivi, in questa storia, e nelle altre sue opere?

«Perché, anche nella vita, non ci sono buoni e cattivi. L'Alligatore ci prova, cerca di mettersi sempre sulla strada giusta, ma è costretto ad avere a che fare con gente che odia. Il mondo del crimine è sempre più feroce. Gli investigatori difficilmente riescono a rispettare tutte le regole alla lettera e rischiano di essere sempre messi in discussione».

Passando dal giallo al "rosa", cosa succede in "Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane"?

«Il mio protagonista s'innamora di Edith, una vecchia prostituta, conosciuta in un albergo. Ho scelto l'Austria come ambientazione perché lì i bordelli sono legali, vanno i sindaci a inaugurarli, ma non è legale la vita che fanno queste donne. Quando la loro età avanza, sono costrette ad accettare richieste del mercato del sesso che altrimenti non avrebbero soddisfatto. Lo trovo di una crudeltà incredibile. L'amore, le nicchie sentimentali che ci costruiamo, sono l'unico modo per sopravvivere in una società sempre più spietata».