Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

L'Alligatore, tra blues e calvados, sulle tracce di un duplice omicidio

Autore: Marilù Oliva
Testata: Huffington Post
Data: 6 ottobre 2017
URL: http://www.huffingtonpost.it/marilu-oliva/lalligatore-tra-blues-e-calvados-sulle-tracce-di-un-duplice-omicidio_a_23233965/

"Non traffico in droga, mi fa schifo. Sono un investigatore privato senza licenza. Mi occupo di indagini non autorizzate e il denaro che guadagno raramente ha una provenienza lecita".

Un nuovo caso per l'Alligatore, dopo Per tutto l'oro del mondo (edizioni e/o, 2015): è da poco in libreria Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane, anche questo pubblicato da edizioni e/o. Romanzo attesissimo per gli appassionati dell'Alligatore, il personaggio ideato da Massimo Carlotto, che si riconferma uno dei grandi maestri del noir, re assoluto del genere quando la vicenda nera affonda le sue radici in situazioni socio-economiche attuali.

Mala locale, traffico di droga, prostituzione, corruzione, criminalità nostrana ed extra-territoriale: questi sono alcuni tra gli ingredienti che vedono tornare in scena Marco Buratti, vero nome dell'Alligatore, che si trova invischiato con il nemico, Giorgio Pellegrini, un individuo senza scrupoli e senza morale, uno dei "cattivi" più riusciti del nostro panorama letterario. Pellegrini è abile, scaltro, spietato, sa rigirare le situazioni a suo favore e anche stavolta non ha perso tempo tanto che, da latitante, è riuscito a divenire infiltrato per conto della polizia. Complice del suo gioco è un alto funzionario del ministero dell'Interno, la dottoressa Angela Marino, tanto bella quanto fetente e determinata.

La vicenda investigativa parte da un duplice delitto: chi ha ucciso le due devote donne di Pellegrini, la moglie e l'amante che gestivano il locale del delinquente, le donne che aveva plasmato a immagine e somiglianza delle proprie egoistiche esigenze? Cosa c'entrano con l'omicidio Tonias Slezak, sua moglie Paz, e quattro chili di cocaina?

All'Alligatore il compito di scoprirlo, insieme ai suoi soci storici, Max la Memoria e Beniamino Rossini, non molto felici del compito assegnato, ma a cui non possono sottrarsi per i motivi che scoprirete leggendo. Certo è che qui sono in molti a rischiare grosso, perché c'è chi punta a fregarsi a vicenda e l'impunità rende più facili i giochi sporchi. Oltre alle ragioni personali, s'intende:

"Gli sbirri hanno la presunzione di essere bravi come i malavitosi più navigati, quando si mettono in testa di agire illegalmente. E la dottoressa non faceva eccezione. Non aveva ancora capito che non basta conoscere il nemico per copiargli metodi e comportamenti. Non è solo il modo di pensare a essere completamente differente, ma quell'intreccio di istinti e pulsioni che spingono una persona a scegliere il crimine".

L'Alligatore non avrà la licenza per le sue indagini, però ha intuito, si sa muovere e, soprattutto, ha un cuore grande. Nella seconda parte del romanzo lo dimostra, infatti, innamorandosi di Edith, la "vecchia pu***na" citata nel titolo – che poi così vecchia non è: soltanto quarant'anni, ma tanti per un mestiere che non perdona, i clienti non esitano a riversare su di lei i desideri più feroci, i tempi sono difficili e uscirne sarebbe un'impresa titanica.

In sottofondo, una play-list in chiave blues e molte sorsate di calvados rendono l'atmosfera da hard-boiled struggente, tanto più che la scrittura procede ritmata da cambi di voce (più spesso prima persona di Buratti, alternata a prima persona di Pellegrini), variazioni sempre calibrate, in grado di fornire al lettore una visuale a tutto tondo di una storia avvincente, orchestrata con la sapienza di un grande scrittore che, oltre a far trascorrere al lettore qualche ora in piacevole compagnia, sembra voler metterlo in guardia e dirgli: "Stai attento, lettore, là fuori c'è un mondo bastardo. E la prima cosa che puoi fare per migliorarlo, è almeno prenderne consapevolezza".