Un gruppo di criminali vecchio stampo, gangster capaci di uccidere ma anche rispettosi delle regole del mestiere.
Dall'altra parte della barricata, in uno scontro tra il male e il male senza regole morali, trafficanti di droga e trafficanti di esseri umani. Donne dallo sguardo crudele e dall'atteggiamento sprezzante.
E uomini di legge disposti a giocare fuori dalla legge e a fare giochetti sporchi.
In mezzo, (scusate l'espressione) una “vecchia puttana” che si è rassegnata al suo destino e che forse verrà salvata dai criminali dal cuore d'oro.
Il nuovo romanzo della serie dell'Alligatore riparte da dove avevamo lasciato la banda di Marco Buratti, l'Alligatore, Beniamino Rossini il vecchio gangster che porta tanti braccialetti quante persone ha ucciso e Max la Memoria: avevano stretto un patto con Giorgio Pellegrini, la sua vita salva in cambio di quella di Gemma e Martina, la moglie e la segretaria amante (due delle tante la cui vita è stata rovinata dalle fantasie crudeli di Pellegrini, il predatore di donne).
Ma le cose non sono andate come dovevano andare: qualcuno ha ucciso, dopo averle torturate, le due donne e Pellegrini è sparito dalla circolazione.
Finché un giorno non torna a farsi sentire, ed iniziano i guai:
Pellegrini è un uomo dalle mille sorprese e anche in quella occasione non si era smentito: voleva assumerci per investigare sugli omicidi della moglie e dell’amante. Martina e Gemma. Le conoscevo bene.
I tre vengono ingaggiati proprio da Pellegrini per indagare sulla morte delle sue donne, ma in realtà è una trappola: infatti è stato ingaggiato dal vicequestore di polizia Angela Marino per infiltrarsi in una banda di grandi spacciatori, in una missione segreta di polizia da contorni poco puliti.
Missione in cui Pellegrini ha dovuto uccidere degli spacciatori di una banda più piccola, per accreditarsi nei confronti di questa organizzazione.
Ora, forse per la prima volta, si sente braccato: sulle sue tracce, per fargli la pelle, c'è la donna del capo degli spacciatori uccisi: Paz Anaya Vega.
Strano destino quello di Pellegrini, il re di cuori.
Da questi giochi sporchi hanno tutti da guadagnarci: la dottoressa Marino una promozione dal Viminale, Pellegrini l'impunità e per il poliziotto “sporco” Campagna forse la possibilità di rimanere in polizia. Per Buratti, Rossini e Max invece, “nessuna cortesia all'uscita” dei giochi: o collaborano in questa operazione, trovando chi vuole uccidere Pellegrini o verranno arrestati, facendo scovare tre kg di droga da una finta perquisizione …
Se quella poliziotta in combutta con Pellegrini pensava davvero di trattarci come marionette da prendere a calci in culo si sbagliava di grosso.
Da Padova (“comoda come una vecchia ciabatta”), a Vienna, fino a Monaco: questa volta Massimo Carlotto ci porta fuori dai nostri confini in un noir che non perde mai di ritmo e dove si viene da subito catapultati nel mondo dei bassifondi della mala, dove il punto di vista si alterna, di capitolo in capitolo, da quello dei tre “galantuomini della malavita” a quello di Pellegrini, collaboratore dello Stato:
“Ero certo però che, nonostante le rassicurazioni, volesse fregare anche me. Era prevedibile. In fondo in Italia certe cose vanno così dalla notte dei tempi. Lo Stato ha trattato con la mafia, hanno arrestato un capo e fottuto chi aveva eseguito il lavoro sporco, chi aveva fatto sparire l'archivio di cosa nostra. Carriere finite nel cesso dopo processi istruiti con l'unico scopo di alzare polveroni.”
Leggendo le pagine di quest'ultimo noir mi venivano in mente le parole della canzone di Lou Reed “take a walk on the wild side”: è un lungo viaggio in un mondo parallelo e, almeno per noi persone comuni, sconosciuto.
Un mondo dove si incrociano trafficanti di droga, sesso, e di identità per criminali che intendono sparire per sempre.
Così, per i nostri non ci sono altre possibilità se non accettare il ricatto della dirigente di polizia, Angela Marino: ma bisogna trovare anche una via d'uscita da questo destino già scritto per loro (fine pena mai, sotterrati in carcere sotto il peso di condanne decennali).
Questo vuol dire muoversi su più livelli, sfruttando i loro contatti nel mondo del crimine, anticipando le mosse dei nemici.
«C’è una cosa che non capisco, dottoressa».
«Sbrigati. Ho da fare».
«Lei pretende che noi ci pieghiamo a un ricatto che di fatto non esiste, nel senso che alla fine lei farà di tutto per fregarci comunque. Mi spiega qual è il nostro tornaconto?».
«Sveglia, Buratti. Questa è una gara a chi vende di più il culo»
Ma c'è spazio anche per i sentimenti: in un locale di Vienna Buratti incontra Edith Amaral, una escort d'alto bordo che lavora per Frau Vieira.
Fu in quel momento che vidi una donna entrare nel bar e dirigersi verso il bancone. Ancora non sapevo che la mia vita sarebbe cambiata ed ero interessato più al mio stomaco che a lei ...
La battaglia ha inizio: sparigliare le carte in tavola, cercare di salvare la vita e di mettere fine una volta per sempre a Pellegrini, la “macchina criminale”.
Andare ai resti – come dice Rossini, ovvero nel gergo delle bande anni settanta, giocarsi tutti, la libertà, la vita.
E poi c'è da salvare Edith, la bella donna portoghese, dalle grinfie della maitresse:
Per noi non era affatto facile spiegare cosa significa avere un cuore fuorilegge. E che mi era impossibile rassegnarmi all’idea di non poter corteggiare una donna solo perché era la vecchia puttana di una spietata maîtresse portoghese.
Ci vuole cuore anche per essere criminali. E per non finire risucchiati “in un vortice, dove il confine tra i nostri princìpi e tutto ciò che non ci piace è diventato sottile”.
Come l'alleanza con gli sbirri e con i narcotrafficanti.
E' una strofa di un blues a chiudere il libro (ma mai dire mai a certe storie):
C’era un vecchio blues di James Carr che faceva al caso mio: Sul lato buio della via è sempre là che ci incontriamo nascosti tra le ombre, dove non apparteniamo viviamo nell’oscurità, per nascondere i nostri tort, tu e io