Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

Sono vittima della Ferrante fever. Ma non mi voglio curare

Autore: Serena Dandini
Testata: IoDonna
Data: 21 ottobre 2017
URL: http://www.iodonna.it/attualita/in-primo-piano/2017/10/21/sono-vittima-della-ferrante-fever-ma-non-mi-voglio-curare/

Non so voi ma anch’io sono stata vittima della Ferrante fever. Un’influenza letteraria che ha colpito milioni di persone nel mondo con la particolarità che nessuno dei malati ha mai voluto farsi curare. Non mi hanno appassionato invece le indagini giornalistiche per stanare il vero autore/autrice dei libri della saga, anzi ho trovato di cattivo gusto l’ossessione di voler scavare a tutti i costi nei 740 di innocenti scrittori/scrittrici per scoprire l’identità che si cela dietro questo nome di penna.

Al contrario trovo divertente l’anonimato conservato come un segreto medioevale, quasi uno sberleffo in tempi di biografie spiattellate nei più intimi e pruriginosi dettagli. Più entusiasmanti i dibattitti casalinghi di lettori appassionati che ormai considerano Lina e Lenù come delle amiche d’infanzia, persone con cui si è condiviso un tratto di vita non indifferente perché il totale delle pagine della quadrilogia ha di fatto impegnato svariate ore della nostra esistenza e questo vuol dire “convivere” con i personaggi di un romanzo che entrano ed escono dal nostro piccolo quotidiano ogni volta che riapriamo il libro e riattacchiamo la storia dove l’avevamo lasciata: un meraviglioso effetto straniante di doppia vita che solo la buona letteratura può regalare.

Oltre all’identità della sua autrice, l’altro grande mistero dei libri della Ferrante è l’enorme successo internazionale che ha fatto venire più di un mal di pancia a onorati scrittori che venderebbero l’anima al diavolo pur di veder tradotto anche in una lingua inesistente il loro lavoro. La Ferrante fever invece impazza in ogni latitudine tradotta in 48 Paesi: un esempio per tutti il Times che ha dedicato alla scrittrice una copertina del supplemento letterario definendola magical. A interrogarsi sul fenomeno è un bel docufilm di Giacomo Durzi sceneggiato da Laura Buffoni che indaga, attraverso le testimonianze di illustri ammiratori, le ragioni del successo globale. Da Roberto Saviano a Jonathan Franzen, fino alla dichiarazione d’amore per la scrittrice di Hillary Clinton, tutti cercano di decifrare la misteriosa ricetta di questo fenomeno (sotto, la clip in esclusiva).

Il premio Pulitzer Elizabeth Strout sottolinea un segreto messo in pratica anche da James Joyce che con i Dubliners riusciva ad essere globale pur parlando dell’Irlanda. E allo stesso modo la Ferrante diventa universale anche se i suoi protagonisti provengono dai rioni di Napoli e a volte parlano un dialetto dalle sfumature quasi intraducibili. Non a caso nel documentario è intervistata anche la sua traduttrice Ann Goldstein che ha sicuramente contribuito al successo americano della serie de L’amica geniale; e non deve essere stato facile tradurre un termine come “smarginatura”, uno dei famosi neologismi che i fan hanno ormai incluso nel loro vocabolario. Ora non ci resta che aspettare la serie tv diretta da Saverio Costanzo che vedrà la luce il prossimo anno; mi perdonino i sostenitori del Trono di spade ma, nonostante draghi e giganti, io non vedo l’ora di appassionarmi di nuovo alla grande amicizia di Lina e Lenù, anche se conosco a memoria il finale.