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Massimiliano e la Lazio '74 per una partita mancata si può anche ammazzare

Autore: Giuseppe China
Testata: La Repubblica
Data: 11 novembre 2017
URL: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/11/11/massimiliano-e-la-lazio-74-per-una-partita-mancata-ammazzare52.html?ref=search

Massimiliano è un ex calciatore delle giovanili della Lazio. Il 12 maggio 1994 — ventesimo anniversario del primo scudetto — medita l'omicidio del suo vecchio allenatore Mario Malatrasi, che proprio quel giorno lo aveva escluso dall'ultima partita del campionato Giovanissimi. Per lui una partita molto importante: celebrativa del secondo posto stagionale, giocata sul prato dell'Olimpico colmo di gente, prima della consacrazione definitiva della squadra di Maestrelli. Il protagonista, centrocampista dal discreto talento ma debole col sinistro, gioca a calcio per soddisfare i desideri del padre. Il rapporto tra i due non è privo di zone d'ombra: Massimiliano spesso si vergogna dei comportamenti del genitore e fa di tutto per non essere identificato come suo figlio. In spiaggia, per esempio, dove l'uomo si intestardisce nel voler arbitrare una sfida tra bambini che insultano di continuo. Compreso Massimiliano.

Più drammatiche ancora sono le relazioni con i compagni della Lazio. Adolescenti che lo prendono in giro per quelle allergie che gli provocano lunghe serie di starnuti, e lo bullizzano perché fa la doccia con le mutande. Baccella, l'unico "amico" con il quale parla, al termine di un allenamento, si spinge in un approccio sessuale. Questo episodio — insieme alla fuga del padre dalla casa familiare, alla prematura scomparsa della madre che lo accompagnava agli allenamenti del martedì e del giovedì con una Cinquecento e a una grande delusione d'amore — segna la vita affettiva del protagonista che coincide con l'io narrante.

Il personaggio principale de Il calciatore, scritto dallo sceneggiatore Massimiliano Governi, è pieno di frustrazione e angosce, curate con un'assunzione casuale di farmaci, la tecnica del "fai da te" al posto della consapevolezza del bisogno di aiuto. E che porta un trentenne romano a individuare l'origine della sua infelicità e dei suoi fallimenti nel vecchio allenatore.