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L’Establishment

Autore: Viviana Filippini
Testata: Il recensore
Data: 30 novembre 2017
URL: http://www.ilrecensore.com/wp2/2017/11/lestablishment/#

Siamo a San Francisco, nel 1948, nel periodo noto come Maccartismo, e Barbara Lavette, giornalista e scrittrice, vive con il marito Bernie Cohen, ebreo di modeste origini, che ha in gestione un’officina. Il loro matrimonio, all’apparenza perfetto, comincia a mostrare qualche segno di cedimento e Bernie per uscire dalla monotonia del lavoro e da una relazione coniugale dove l’amore c’è, ma ha bisogno di essere rinvigorito, accetta la proposta che gli fa un vecchio compagno d’armi. Bernie dovrà contrabbandare una serie di residuati bellici della ii Guerra mondiale dagli Stati Uniti d’America a Tel Aviv. Il committente è il nascente Stato di Israele. La missione è molto pericolosa, ma per Bernie è importante, anche se lui ama Barbara e non vuole farla preoccupare, però l’impresa gli permetterà di mettersi alla prova per dimostrare il suo coraggio e impegno e poi, lui che è di origine ebraica, sarà operativo per una patria – Israele – che uno Stato vero e proprio non lo aveva mai avuto.

La protagonista teme per la vita del marito che già aveva rischiato la pelle durante la Guerra Civile spagnola e la II Guerra Mondiale, ma non riuscirà ad impedirgli di mettersi al lavoro. La situazione, però, si complica ancora di più quando Barbara Seldon Lavette Cohen (questo il nome per esteso) riceverà un mandato di comparizione davanti alla commissione che sta cercando tutti i filocomunisti. Il pezzo di carta scatenerà preoccupazione e panico, perché la giornalista e scrittrice di successo, non è comunista, non è un’attivista e nemmeno un’antiamericana. Quindi perché dovrebbe comparire davanti alla temuta commissione voluta dal senatore MacCarthy, impegnata nella spasmodica ricerca delle streghe, ossia di tutti coloro di essere sospettati di vicini al comunismo o di aver usato film e libri per fare propaganda?

Barbara eviterà in ogni modo di compromettere gli amici e inizierà una lotta del tutto personale per scardinare l’ottusità delle persone e delle società americana dove vive. Howard Fast, autore di Spartacus, divenuto poi film del regista Kubrick, narra il cammino non facile di una donna che sarà chiamata a confrontarsi con una società dove il sospetto e la paura per il diverso, diventeranno qualcosa di sempre più presente e duro da sradicare. Basti pensare che i genitori della protagonista, dopo una separazione durata per tanto tempo, si rimetteranno assieme senza sposarsi e questo loro comportamento sarà oggetto di un fastidioso chiacchiericcio.

L’Establishment racconta le vite di essere umani coraggiosi e tenaci, alla ricerca della vera giustizia nell’America degli anni Cinquanta. Il tutto è un testimonianza narrata attraverso gli occhi di una coppia il cui matrimonio in completa crisi è la metafora utilizzata dallo scrittore per portare all’attenzione del lettore, con sottile acume, la crisi di un paese – l’America – dove il sospetto, le contraddizioni, il pettegolezzo e la caccia ai nemici (presunti o reali) sono un vero e proprio tormento.