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Nel posto sbagliato, di Luca Poldelmengo

Autore: Paola Casadei
Testata: Gli scrittori della porta accanto
Data: 12 febbraio 2018
URL: http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2018/02/nel-posto-sbagliato-di-luca-poldelmengo.html

Una storia imprevedibile, un noir psico-sociale, non distopico, «un presente negato, un qualcosa che sta già accadendo, ora e qui». Solo dopo aver letto il libro Nel posto sbagliato di Luca Poldelmengo, fino all’ultima parola, ho capito cosa significasse questa frase che termina la quarta di copertina e ho pensato che si trattasse della migliore frase possibile per sintetizzare tutto e per attirare i lettori. Una storia imprevedibile, un noir diverso, psico-sociale, una storia non fantascientifica, non distopica, non esattamente una realtà alternativa, ma, come lo stesso Poldelmengo dice,

Un presente negato, un qualcosa che sta già accadendo, ora e qui.

La prima cosa che mi ha colpito è stata l'ambientazione. Avevo letto che Luca ama ambientare le sue storie a Roma, ma appena iniziata la lettura mi sono trovata in un luogo che non riuscivo a definire, un luogo con una baia, una spiaggia, una ruota panoramica. Poi sono arrivate subito precisazioni come:

... l’aria fetida e un lezzo che saliva dal mare e dai rifiuti sparsi ovunque.

Quindi, subito dopo, una donna alla finestra beve una birra e vede:

... un ratto emergere da un condotto di scarico e risalire lungo la spiaggia bollente, dove sguazzava con altre pantegane nei liquami.

Sposta lo sguardo e incrocia:

lo scheletro della ruota panoramica: la ruggine la rendeva ogni giorno più intonata al colore che le nubi imponevano alla città.

I personaggi del romanzo vivono in questa metropoli divorata dalla voracità umana, dove una speculazione edilizia selvaggia ha distrutto la morfologia di un territorio martoriato in nome del dio cemento. Ho capito subito che avevo a che fare con una storia… diversa, insolita, una strada poco battuta. Infatti leggo subito di una squadra speciale che si chiama RED e di qualcuno definito semplicemente POV. Scopro più avanti che si tratta dell’acronimo per Point Of View: degli individui che si trovano nei pressi di un delitto. Sono persone comuni, testimoni inconsapevoli di ricordi che non sanno nemmeno di avere. La RED invece è una squadra speciale, un corpo segreto della Polizia, dotato di sofisticati strumenti scientifici, che “usa” i POV come oggetti, o meglio involucri, da cui estraggono informazioni usando tecniche di investigazione ipnotica che addirittura proiettano ologrammi, voci, colori, immagini vere su un video. Inconcepibile oggi! Si tratta di una violazione ai diritti più fondamentali di libertà, di identità. A volte un incidente di percorso può causare perdite umane. Ma loro, quelli della RED, si sentono autorizzati a infrangere alcune trascurabili libertà personali per il bene e la sicurezza di molti.

Il protagonista è un commissario della RED, un uomo determinato nella propria ricerca di affermazione, di successo, di potere, ma che ha un doppiofondo, una crepa, un’umanità malata, guasta.

È un uomo solo che vive con due serpenti nel terrario. E che ha un fratello gemello che come lui ha lavorato nella REd e per qualche motivo ne è uscito. Un rapporto, quello col gemello, che gli ha segnato l’esistenza, rendendolo un misantropo.

Non voglio e non posso raccontare la trama. Un elemento della squadra dei RED viene ucciso: a questo punto il ritmo si eleva e si sviluppa tutto il romanzo, con colpi di scena che vale davvero la pena leggere!

Bruno Luverà, al TG1, in un’intervista a Luca Poldelmengo, ha detto del romanzo:

La cosa più inquietante è che è tutto tremendamente più realistico di quanto possa sembrare.

L’inconscio è un territorio pericoloso, misterioso, ci sono soggetti particolarmente portati a essere plagiati o manipolati. Di certo Luca Poldelmengo si è documentato parecchio, come dichiara lui stesso nei cenni bibliografici in fondo al libro citando testi del prof. Mastronardi.

Tra l’altro è legata a questo l’origine del libro. Dice Luca Poldelmengo:

La scintilla l’hanno accesa due righe lette su un romanzo di Giancarlo De Cataldo, Onora il padre. Nel suo libro Giancarlo faceva cenno all’uso da parte dell’FBI dell’ipnosi a scopo investigativo.

La cosa lo ha incuriosito, ha iniziato a documentarsi, scoprendo che la pratica è in vigore anche in altri paesi. È dunque entrato in contatto con un luminare dell’ipnosi da cui ha attinto importantissime verità e informazioni.

Mentre cercavo di capire come questa fascinazione potesse condurmi a una storia, mi è venuto naturale sovrapporla a un tema che sentivo il bisogno di indagare da tempo: il crescente dualismo che si sta creando tra sicurezza collettiva e diritti del singolo.

In conclusione, sapendo anche dell’uso delle intercettazioni a personaggi più o meno importanti, mi chiedo: parliamo di realtà o di fantascienza?