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Recensione - Mai Dimenticare di Michel Bussi

Testata: Desperate Bookswife
Data: 19 febbraio 2018
URL: https://desperatebookswife.blogspot.it/2018/02/recensione-mai-dimenticare-di-michel.html

Cosa rende un libro, semplicemente perfetto? Un insieme di fattori che mescolati a regola d'arte, amalgamandosi creano un sapore inimitabile e decisamente unico, di quelli che si ricordano nel tempo. Un libro da cinque stelline non è matematicamente possibile non consigliarlo a qualcuno e in tempi brevi, ma se quel qualcuno non lo legge, ci si rimane decisamente male, perchè non si potrà chiacchierare con quella persona di una storia che ha regalato emozioni fortissime, dall'inizio alla fine. E si dovrà attendere, il momento opportuno.

Era da tempo che volevo leggere nuovamente un thriller, ma anche questa volta mi sono ritrovata tra le mani un giallo. Delusa? Penserete voi. Sì, delusa, perchè avrei potuto leggere molto prima i libri di Bussi e adesso non sarei terribilmente indietro, e non dovrei fare un mutuo per comprarmeli tutti. Ma torniamo al punto primo. Che differenza c'è tra un bel libro e uno indimenticabile? Una somma di fattori. Adesso non mi resta che elencarvi la ricetta. 1- Lo stile dell'autore. In questo caso Bussi è maestro, perchè il suo è davvero inimitabile. Il protagonista, Jamal Salaui è un arabo a cui manca una gamba, un narratore di storie e in questo caso ci racconta la propria, in prima persona. Parla al suo publico, come un attore di teatro e lo coinvolge continuamente, elencando domande e dubbi, che si insinuano come tarli nella mente del lettore. 2- L'ambientazione. Siamo in Normandia, sulle famose spiagge dello sbarco, possiamo vedere il mare che si infrange contro la falesia, che corrode pian piano la roccia, modellata e scolpita dal sale dalla forza delle onde. Siamo a febbraio, intravediamo la nebbiolina, tocchiamo l'umidità che sia appoggia come un velo sulla nostra pelle, respiriamo l'aria salmastra e immaginiamo uno scenario perfetto per dei delitti brutali. 3- La storia. E qui parte la standing ovation, perchè l'autore francese ha una fantasia inimmaginabile. Jamal si trova in Normandia per puro caso, si deve allenare per un difficilissimo trail (gli manca una gamba ma è uno sportivo) e alloggia in un albergo, il Siren, per un breve periodo. Una mattina però incontra una ragazza bellissima, spaventatissima che cerca di buttarsi giù dalla scogliera, lui le si avvicina, vuole salvarla, le allunga la sciarpa rossa che lui stesso ha trovato per la strada poche centinaia di metri prima, ma lei la afferra e immediatamente si lancia nel vuoto, oppure no? Due testimoni, che dicono di aver visto il corpo della giovane cadere, ma non possono giurare che sia suicidio, potrebbe essere stata spinta, oppure scivolata. Jamal è nell'occhio del ciclone, anche perchè dieci anni fa due ragazze sono morte nella medesima maniera e il colpevole non è mai stato trovato. Quale mai sarà la verità? Il nostro protagonista è un assassino spietato che ha giocato le sue carte perfettamente, oppure è innocente e qualcuno cerca solo un capro espiatorio? Ogni pagina è una scoperta, i dettagli sono fondamentali, dal primo all'ultimo. L'autore continua a cambiare le carte in tavola e il lettore crede ogni volta di aver compreso, di stare al passo, ma questa è una vera e propria lotta, chi vincerà? Per me ha vinto Bussi, mi inchino al suo cospetto. 4- I personaggi. Molto credibili, dal profilo ben delineato, senza però togliere l'attenzione dalla storia, che in questo libro è il punto più importante. Il protagonista è ovviamente quello meglio definito, anche se però si lascia largo spazio all'immaginazione al lettore, perchè completi il quadro. Poi c'è Mona, la ragazza che Jamal incontrerà al commissariato e con la quale stringerà amicizia. Un personaggio strano ma fondamentale. C'è il capitano della gendarmeria, colui che segue il caso delle due ragazze uccise da anni, una figura fantastica, anche se non sempre presente. Forse gli assegnerei l'oscar come miglior personaggio non protagonista. 5- L'epilogo. E anche in questo caso l'autore mi ha spiazzata, rimescolando nuovamente le carte e facendomi commuovere (anche se di giallo stiamo parlando, quindi non fantasticate troppo, ma è stat la ciliegina sulla torta).

Non mi sono mai divertita tanto, perchè come ho scritto prima, la lettura è stata anche un gioco, uno di quelli ben studiati dall'autore, che si diverte a portare lo sventurato lettore fuori strada, per poi dargli un piccolo contentino e via così, fino alle battute finali. Un libro che consiglio spassionatamente, senza remore. Una storia che il lettore desidererebbe non finisse mai. Adesso Daniela e Nadia saranno felici! Bussi si è guadagnato un posto sullo scaffale d'onore.