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“Questa sera è già domani.” (Lia Levi)

Testata: L come Libro
Data: 25 aprile 2018
URL: https://lcomelibro.wordpress.com/2018/04/25/questa-sera-e-gia-domani-lia-levi/

Genova. 1938. La famiglia Rimon comincia a prendere le misure, ognuno a suo modo, con una nuova realtà, le Legge Razziali che si fanno via via più restrittive e spaventose.

Il padre, Marc, nato in Belgio e con passaporto inglese, è un tipo pacifico e silenzioso, ma poco determinato, e che difficilmente prende il sopravvento su una moglie, Emilia, delusa da una vita che non le va mai bene e sempre rancorosa nei confronti di tutti. Il figlio, Alessandro, è un piccolo genio mancato. A scuola frequenta una classe di due anni più avanti rispetto alla sua età, e si sente sempre inadeguato, preso in giro, messo da parte, prima perché è il più piccolo di tutti, dopo, perché è ebreo, e gli ebrei, si sa, non possono stare insieme agli “altri”.

Completano il quadro famigliare i cognati Osvaldo e Wanda (lui conosce la gente che conta e fa di tutto per aggrapparsi a queste conoscenze per risolvere le continue conseguenze delle Legge Razziali, e lei, sorella di Emilia, in qualche modo sempre stizzita, ma molto più solare di quest’ultima, la madre che Alessandro vorrebbe al posto della sua) e il nonno Luigi, padre delle due sorelle, che vive con i Rimon, un nonno alto e solitario, che ad Alessandro sembra uno di quegli alberi del loro viale, e che ama la compagnia dei generi più di quella delle sue figlie, e cerca “di tenersi il più lontano possibile dai loro caratteri irsuti, dalla loro fuga dalla gioia”.

Dall’oggi al domani profughi in casa loro, si ritrovano a dover ripensare le loro esistenze, a lottare tra il desiderio di non abbandonare la propria patria e la necessità di andar via il prima possibile, ad incastrare i drammi personali nel quadro generale della Storia che è lì a decidere per loro.

Lia Levi, ancora una volta, ci regala la sua vita, ispirando questo romanzo alla storia di suo marito, Luciano Tas. Ci regala una testimonianza della Storia intrecciando i fili che dall’alto muovono i diversi destini con le paure, le passioni e le debolezze dell’animo umano.

Tra i dodici finalisti al Premio Strega 2018, questo è un altro di quei libri che quando lo finisci rimani un po’ lì, in sospensione, a trattenere la storia, ad assorbire, a capire. A capire, sì, perché io davvero, nonostante siano passati tanti anni, nonostante ne abbia letto e studiato a più non posso, ancora faccio proprio tanta fatica a capire come si possa essere arrivati a tanto e come tutto questo non sia poi servito a molto, visto come siamo ridotti oggi. E’ uno di quei libri necessari, perché non è vero che la storia è sempre la stessa, perché di questo tipo di storia non c’è ne è mai abbastanza. E’ uno di quei libri che sono davvero felice di aver scelto, casualmente, di leggere proprio adesso, e di parlarne proprio oggi. Oggi, 25 Aprile, il giorno dell’anno in cui, più di qualunque altro giorno, mi mancano i miei nonni e i loro racconti, e passerei la giornata a piangere lacrime di commozione e di malinconia. Oggi, 25 Aprile, pranzeremo a casa dei miei suoceri, i nonni dei miei figli, e poi andremo in corteo, come sempre, perché “Libertà è partecipazione”.