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La Debicke e… Cristiani di Allah

Autore: Patrizia Debicke
Testata: The blog around the corner
Data: 14 maggio 2018
URL: http://theblogaroundthecorner.it/2018/05/la-debicke-e-cristiani-di-allah/

Algeri, 1541. “Il Mediterraneo è teatro di guerre, razzie, traffici di schiavi, scontri ideologici e religiosi…” recitano le prime righe dell’introduzione di questo eccellente romanzo storico, ma straordinariamente attuale e credibile. I “Cristiani di Allah” del titolo sono i rinnegati cristiani diventati musulmani, talvolta per fede, più spesso per convenienza o per costrizione. Sono tedeschi, albanesi, spagnoli, veneziani, calabresi, sardi, lanzichenecchi, giannizzeri e berberi che, volenti o nolenti, riescono a convivere gomito a gomito, sfumando i loro attriti, mischiando gli eterogenei colori delle loro pelli nelle strade e nelle taverne di Algeri, governata dalla intelligente apertura mentale dell’eunuco Hassan Agha per conto del sultano turco di Costantinopoli. Nelle pagine del romanzo scorrono veloci, incrociandosi pericolosamente tra loro, amicizie e amori, interessi e complotti fra genti appartenenti a culture, religioni e linguaggi diversi e il cui destino è mosso solo da quella sete di libertà che li ha portati a convergere nella bianca città maghrebina. Il romanzo narra in particolare la storia di due corsari, due ex lanzichenecchi, amanti tra loro. Situazione questa che li marchia come rinnegati per ben tre volte, perché apostati, pirati e omosessuali. Redouane e Othmane, i protagonisti, il primo albanese e il secondo germanico, per evitare la condanna a morte hanno scelto la libera tolleranza dei costumi di Algeri, da dove salpano regolarmente sul loro sciabecco e dove sperano di continuare a vivere indisturbati. Infatti i corsari, soprattutto quelli nati cristiani, abbracciavano la fede del profeta, non per convinzione, ma perché consentiva loro la facoltà di depredare navi e territori costieri, sotto l’ala protettrice del sultano, anche con l’avallo e il finanziamento dei committenti europei (e qui è d’uopo ricordare che Francesco I, re di Francia, aveva stretto alleanza con Solimano il Magnifico, sultano di Costantinopoli). Ma la loro coinvolgente odissea personale, una vera storia d’amore, va a intrecciarsi con eventi epocali molto più grandi di loro: l’assedio portato della immensa flotta di Carlo V ad Algeri, sconfitta più dal mare che dalle armi islamiche, i funambolici giochi di potere della Sublime Porta, il crudele scontro tra fazioni in atto all’interno della città e le barbare e feroci usanze schiaviste in uso in quei tempi, tese ad esercitare il turpe gioco al riscatto del commercio degli essere umani. La loro vita, però, e le loro scelte verranno comunque messe in discussione perché Othmane, il più giovane dei due, annebbiato dai fumi dell’alcol, commetterà il tragico errore di invaghirsi di un imberbe giannizzero, uno dei fanatici e spietati cani da guardia del sultano, e la sua irruenta e incontrollabile sensualità trascinerà anche Redouane in un vortice di agguati, cospirazioni e sanguinose vendette. Il risultato finale intriga perché rappresenta un quadro sconvolgente, a tratti anche poetico, un ritratto a tinte forti di un antico noir storico in cui la criminalità organizzata, collegata inestricabilmente con la società di allora, ha insinuato le sue radici fin nel più profondo dell’animo dei personaggi. Ma a ben pensarci tutta la storia, con le sue infinite secolari sequenze di soprusi e carneficine, si trasforma molto spesso nell’essenza più pura e indicativa di cosa voglia dire noir. Cristiani di Allah non è solo un noir coinvolgente, ma è anche un romanzo di grande attualità. Un romanzo che affronta temi caldi come quello dell’omosessualità, della multietnicità, della criminalità organizzata accettata dal potere, della violenza sulle donne, ma soprattutto il tema dello scontro ideologico tra Oriente e Occidente, tra Islam e Cristianesimo, dove allora, tutta la storia è ambientata nel 16° secolo, forse l’islam appare più tollerante e moderno del cristianesimo. Ricordiamo che per la chiesa romana suonano le trombe di guerra dello scisma, in Spagna l’inquisizione si fa strada sanguinosamente e siamo vicini al letale avvento della Controriforma. Concludo facendo tanto di cappello a Massimo Carlotto per l’attenta, accurata e colta ricostruzione ambientale. Un’attualizzazione ad hoc e perfettamente calibrata.