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Il volto quotidiano delle leggi razziali: gli scolari espulsi

Autore: Lia Levi
Testata: Il Secolo XIX
Data: 21 giugno 2018

Una luce puntata sulle leggi razziali contro gli ebrei, promulgate dal fascismo esattamente ottanta anni fa, era una prospettiva abbastanza prevedibile e ne avevano tenuto conto gli studenti che, come sempre, per costellare l'ansia del "prima", si erano cimentati nel gioco scaramantico delle previsioni.

Bene, il tema è arrivato e ne sono stata molto favorevolmente colpita; non solo per l'argomento in sé. Io immaginavo, caso mai, la proposta di un lavoro storico o filosofico-politico. Che si sia partiti invece dalla letteratura mi si è rivelata come una sorpresa, una cosa che mi ha riempito di gioia, non per "tifo di parte", ma perché si è rivelata vincente la visione di quanto sia proficuo rivolgersi più alla sensibilità dei giovani che alla conoscenza didattico-razionale. Si parte meglio dal piccolo, dal quotidiano, dal particolare e da lì, attraverso un processo di compenetrazione e di empatia, si arriva allo sfondo, alla Storia. Vorrei esprimere, per quello che vale, la mia totale adesione alle scelte dei docenti che hanno proposto il brano. Dal libro di Bassani è tratta una scena incisiva e bellissima che vale più di qualsiasi trattato storico. C'è un ragazzo ebreo, il protagonista, da sempre frequentatore della Biblioteca di Ferrara che poi, di colpo, riceve lo schiaffo di un'espulsione davanti al pubblico.

Una piccola incursione personale sempre su questa scena e, a proposito di una domanda sull'aggettivo "ottimo" riferito a Bassani sull'inserviente Poledrelli, «incapace di mettere insieme due parole che non fossero in dialetto». Bene, al momento dell'investitura del diritto di cacciare una persona reietta si fa impettito «capace di far rientrare il pancione e di esprimersi in lingua». Ed è così che si diventa «ottimo». Ho letto il "Giardino" di Bassani più di una volta, ma a Poledrelli non ci avevo fatto caso, eppure, più che mai questo personaggio è riuscito a riassumere in un'unica pennellata la capacità di un dittatore forte del suo bagaglio di odio mirato a far sentire grandi e ottimi tanti miserabili, non nel senso del denaro, ma perché privi di una qualsiasi qualità umana e intellettiva. Ecco, così si dispiega la storia del passato, ma purtroppo anche di quello che avvenendo nella nostra sbrindellata società odierna.