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Un romanzo per ricordare:Massimo Carlotto ad un anno dalla grazia

Autore: Francesca Visentin
Testata: Il Mattino di Padova
Data: 7 aprile 1995

E' passato un anno dalla grazia a Massimo Carlotto. Un anno di libertà riacquistata, la fine di un incubo durato quasi 18 anni tra carcere, battaglie legali, latitanza, assoluzione, condanne.

Oggi Massimo Carlotto ha in parte risolto i gravissimi problemi di salute che negli ultimi tempi di prigione l'avevano portato a rischiare la vita. Sta meglio, ma deve continuare cure e terapie per rimettere in sesto il sistema metabolico, devastato dallo stress e dalla tempesta emotiva patita in questi anni. Vive a Padova nella casa dei genitori, lavora come organizzatore teatrale, occupandosi degli spettacoli di Vasco Mirandola, ha prodotto un disco jazz, ma soprattutto scrive. Ore e ore al computer, a volte tutta la notte, fino alle prime luci dell'alba. In due mesi ha buttato giù il suo primo libro (Il Fuggiasco, n.d.r) che racconta tutti gli "Inediti" della sua storia, il periodo della latitanza e quello prima della concessione della grazia. E spiega i motivi dell'atteggiamento freddo, distaccato, razionale che in tutti questi anni ha mantenuto, inimicandosi giudici e Corte d'Assise.

La vicenda che ha sconvolto la vita di Massimo Carlotto, il " Caso", è diventata un simbolo per migliaia di detenuti e per tutte le vittime di errori giudiziari. Gran parte del tempo quotidiano di Massimo è quindi dedicato a incontrare o rispondere a tutti coloro che gli chiedono aiuto o consiglio: lettere, telefonate, visite. Adesso Massimo è alle prese con un romanzo, un libro-giallo di fantasia che contiene però qualche spunto autobiografico, poiché mette in evidenza come un omicidio possa essere "letto" dalla Corte d'Assise con superficialità e cattiva conoscenza degli atti processuali.

Ora l'attesa di Massimo Carlotto è per la decisione della Corte d'Europa di Strasburgo che dovrà pronunciarsi sul ricorso da lui presentato contro la sentenza della Cassazione. Il ricorso è stato presentato il 30 Maggio 1993. "Per ora non ho ottenuto risposte - dice Carlotto - ma è una cosa lunga, ho sentito gente che ha aspettato anche quattro o cinque anni".