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Fidanzati dell’inverno - Recensione

Autore: Nicoletta Lazzarini
Testata: Università di Padova - GRIBS Gruppo di Ricerca sulle Biblioteche Scolastiche
Data: 29 giugno 2018
URL: https://gribs.fisppa.unipd.it/recensione/christelle-dabos-fidanzati-dellinverno/#

Christelle Dabos è l’autrice del progetto editoriale La Passe-miroir di cui sono già stati pubblicati tre titoli in Francia. Il primo libro di questo ciclo fantasy, Les Fiancés de l’hiver, ha vinto il Prix du Premier Roman Jeunesse Gallimard - RTL - Télérama 2013 e il Grand Prix de l’Imaginaire 2016; è stato tradotto in spagnolo, turco e ungherese nel 2017 e, da poco, anche in russo e italiano. La versione italiana - L’Attraversaspecchi libro 1 - è un robusto volume che esibisce una fascinosa copertina e che si rivela fin dalle prime pagine avvincente, mai banale, sociologicamente attualissimo. Il titolo del tomo è Fidanzati dell’inverno, è pubblicato per i tipi delle edizioni e/o che dà notizia, nella pagina web dedicata, di 200.000 copie dell’originale vendute in Francia. La prima parola del testo è “Frammento” cui segue mezza pagina scritta da qualcuno che parla in prima persona, qualcuno che amava Dio ma odiava quel libro. Dio fece a pezzi il mondo in un momento di umore nero: un’enorme sciocchezza causata forse dal maledetto libro su cui scriveva continuamente, un libro di cui almeno un paio di Arche (frammenti residui del mondo unitario prima del furore divino) possiedono una copia, per tutti illeggibile.

Si preannuncia così l’inizio della narrazione ma sono in realtà le disavventure di Ofelia, responsabile del museo nell’Arca degli Animisti, a catturarci fin dalle prime righe. Anima è un luogo in cui gli oggetti si muovono ed esprimono sentimenti propri o indotti per empatia, dove tutti i personaggi sono parenti tra loro, praticando l’endogamia, e il cui governo matriarcale è affidato alle Decane. Ofelia è, evento inatteso, da loro destinata sposa a Thorn, l’intendente alle finanze ed approvvigionamenti dell’Arca Polo, su cui invece regnano l’immortale Faruk e un eterno gelo, in misteriosa e clamorosa opposizione alle consuetudini sociali di Anima. Il matrimonio tra Ofelia e Thorn è a tutti gli effetti una delicata azione diplomatica, come scoprirà il lettore quasi alla fine del volume; Ofelia qui viene chiamata a scegliere tra il disonore con la conseguente cacciata dalla famiglia o la sottomissione all’apprendistato nella nuova condizione di futura sposa esogamica.

Personaggi vividi si muovono in spazi onirici richiamati con un linguaggio attento, ricco, timbrico: al solo scorrere degli occhi su queste pagine, ogni singolo lettore vedrà sbocciare il proprio vissuto di cine-spettatore con effetti speciali, immagini al fulmicotone, parabole spazio-temporali davvero incredibili da raggiungere con un solo alfabeto combinatorio. Immagini, architetture, paesaggi e gli stessi caratteri dei personaggi catturano i sensi e la memoria, evocando alcune ipotesi geo-storiche di Jared Diamond; la funzione/anima degli oggetti riconduce simultaneamente alle origini e al presente (biologia molecolare della materia organica primitiva?) e non a caso la sciarpa di Ofelia si comporta come un gatto, esprimendo sensibilità “animale” in ogni particella, totalmente pregna di un ruolo passato ormai dimenticato, da stola di pelliccia, immaginiamo.

In questo primo libro l’apparenza, il riflesso, la maschera sono continuamente attraversati nei quattro punti cardinali in una giocosa ricerca di senso e di verità che lascia, alla fine delle oltre 500 pagine, pensosi e stupiti. Cosa significhi leggere un oggetto o attraversare uno specchio viene spiegato in più punti (a p. 84 a chiare lettere) e anche i rischi a cui queste pratiche possono condurre; i pericoli di una visione falsata, di una scarsa o fallace conoscenza delle persone e circostanze vengono declinati in tali e tanti modi da condurci ad una maggiore consapevolezza circa la precarietà delle nostre certezze. Artifici narrativi (la memoria dello specchio p. 143; la sovrapposizione di pensieri alieni ai propri p. 169; tatuaggi qualificanti - p.e. “la Rete” - p. 236), immagini espressive (≪Ragioni come… come un tavolino basso!≫ p. 190), giochi di prestigio etici (la preferenza del silenzio alla menzogna p. 178; la mancanza della percezione - Archibald - o l’eccessivo controllo del tempo - Thorn - ; l’eco della realtà p. 503; il dissidio e il dialogo tra diversi e differenti; la cleptocrazia p. 299), personaggi suggestivi che con le loro abilità modificano il presente o l’essenza degli atomi e del clima (l’archistar Madre Ildegarda p. 296; Gaela, la meccanica nichilista p. 464; Berenilde e Freya, della stirpe dei Draghi) tengono legato il lettore fino all’ultima riga in un solido fascio di fili e lo rendono smanioso di conoscere il seguito di avventure tanto improbabili e lontane nel tempo ma vere, presenti in maniera inaudita e persuasiva. È una lettura imperdibile, per adolescenti a partire dai 13 anni e per quelli senza età.