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Incanti giapponesi

Autore: Tiziana Lo Porto
Testata: D - La Repubblica
Data: 1 settembre 2018

Konbini è il nome con cui in Giappone vengono chiamati i negozi dove è possibile comprare caramelle e snack ma anche giornali e riviste, bibite, sigarette. Sono piccole scatole luminose a forma di rettangolo, sparse dappertutto. In America li chiamano anche convenience store. La ragazza del convenience store è il romanzo della scrittrice giapponese Murata Sayaka che arriva in Italia dopo avere vinto in patria il prestigioso Akutagawa Prize 2016 e avere venduto 600mila copie. La protagonista si chiama Keiko ed è una donna che a 36 anni non ha (né ha mai avuto) la più pallida idea di cosa significhi essere una persona normale, tranne quando è dietro il bancone del piccolo negozio dove lavora part-time da 18 anni. Ed è proprio questa sua assoluta incapacità di stare al mondo che la rende un'eroina particolarmente interessante, dotata di un fascino che ne fa una possibile figlia naturale di Philip K. Dick e Margaret Atwood. Per raccontare l'alienazione della società contemporanea, Murata Sayaka non ricorre alla fantascienza né alla distopia, limitandosi a guardare la realtà circostante e a raccontarla. E per quanto Keiko sia un personaggio di finzione, potrebbe tranquillamente esistere nel mondo reale, dentro il suo negozio-scatola, in qualunque strada d i una qualunque metropoli giapponese. In America - dove il romanzo è appena uscito con successo - Murata Sayaka è stata paragonata a Banana Yoshimoto: la sua Keiko ricorda le eroine urbane, solitarie e stranissime di Kitchen o Sonno profondo. E come Yoshimoto, anche Murata di libri ne scrive parecchi: una decina pubblicati in Giappone dal suo esordio (nel 2005). La ragazza del convenience store è il primo a uscire in Italia. Fiduciosi attendiamo i precedenti e i prossimi.