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Così bella da far paura. Lila, eroina immortale

Autore: Antonio D'Orrico
Testata: Corriere della Sera - La Lettura
Data: 1 settembre 2018

Lila è bella come la Jennifer Jones di Duello al sole o l'Ava Gardner di Il sole sorgerà ancora. Gli uomini, vedendola, restano come «sotto ipnosi in uno spettacolo di maghi» e parlano «nel dialetto sentimentale» delle canzoni. Una sua foto, esposta in un negozio di abiti da sposa al Rettifilo, affascina Renato Carosone, Vittorio De Sica, un principe egiziano. Lila potrebbe avere il mondo ai suoi piedi, ma la sua è una bellezza «quasi brutta che fa venire agli uomini paura». In lei cova una forza intelligente, buia e non addomesticabile, «la molla di un congegno pericoloso». Il suo sguardo sembra «sparato da feritoie scure», e se, una notte d'estate sulla spiaggia di Forio, punta il firmamento, non vede la portentosa architettura delle stelle, «ma solo cocci di vetro a vanvera dentro un bitume blu». Per lei, «la bellezza delle cose è un trucco, il cielo è il trono della paura». Nella casa delle donne immortali della nostra letteratura, a Lila Cerullo, l'amica geniale di Lenuccia Greco, va riservata una stanza tutta per lei, grande come quelle di Filumena Marturano, Micol Finzi-Contini, la Ciociara. Anche Storia del nuovo cognome, parte seconda del libro-mondo di Elena Ferrante, è un capolavoro, nutrito perfino dell'arte povera (ma bella), rigorosamente italica, ingenua e potentissima dei fotoromanzi. Mi ha ricordato una storia di Gianni Amelio, maestro di cinema e appassionato cultore, tra l'altro, di quel genere che fu popolarissimo grazie a riviste come «Bolero» e «Grand Hotel». La storia di quando sua madre, una donna umile che non aveva mai aperto un romanzo, gliene chiese uno. Il figlio le diede Cronaca familiare, il Pratolini più struggente. Lei lesse, rimase folgorata e chiese: «Ma sono tutti così belli i romanzi?». La madre di Amelio sarebbe impazzita per i romanzi di Elena Ferrante. Ne sarebbe stata, nella sua purezza, la lettrice ideale, li avrebbe amati perdutamente, come le ragazze amavano i film di carta dei fotoromanzi.