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Recensione "La cacciatrice" di Jamey Bradbury

Testata: Bookspedia
Data: 21 settembre 2018
URL: http://bookespedia.blogspot.com/2018/09/recensione-la-cacciatrice-di-jamey.html?m=1

Tracy Petrikoff è una ragazza che si è distinta fin dalla nascita: il suo arrivo è stato improvviso e non appena è venuta alla luce ha cercato qualcosa per nutrirsi. La parola preferita della madre per descriverla era affamata. La donna l'ha sempre trattata in modo speciale e questo l'ha spesso portata a scontrarsi col marito. Tracy è nata con la passione per la caccia e con un grande talento nell'entrare in contatto con i cani, tanto è che ha sempre sognato di poter competere a delle gare con i suoi cani da slitta. La ragazza infatti vive in Alaska e non c'è tanto da fare se non cacciare, visto che la loro casa è isolata da tutto e da tutti e si affaccia proprio nel bosco, il quale sembra costantemente chiamarla. Tracy non è mai stata una bambina incline a fare amicizia e ad essere socievole con gli altri, come suo fratello Scott, in lei è sempre prevalso il suo lato più selvaggio e la madre ha sempre pensato di nutrire questa parte di lei, con le dovute precauzioni ovviamente: ossia “mai perdere di vista la casa”, “mai tornare a casa con le mani sporche” e soprattutto “mai ferire un essere umano”. Tracy tiene bene in mente queste parole, anche se ora sua madre è morta e inconsciamente potrebbe averle disobbedito...

Durante una delle sue battute di caccia nel bosco, Tracy si scontra con uno sconosciuto e nella colluttazione sembra avere la peggio l'uomo, lasciando però la ragazza senza alcuna memoria di averlo ferito. Combattuta sulla verità dell'accaduto, Tracy non sa darsi pace per quello che è successo e non sa nemmeno come spiegare al padre gli avvenimenti, ora che è così adirato con lei e non c'è più la madre a difenderla. Questa volta l'ha combinata grossa: è stata espulsa dalla scuola a causa del suo comportamento riprovevole e ora che ha tutto il tempo per dedicarsi alla caccia e ai suoi cani, suo padre come punizione la allontana da quello che più ama, costringendola a mentirgli e scappare durante la notte per assecondare i suoi istinti. Le cose cambiano ulteriormente quando l'uomo che Tracy ha aggredito viene portato in ospedale e quando un ragazzo di nome Jesse bussa alla loro porta per candidarsi per la stanza che offrono in affitto. Chi è l'uomo che ha ferito? E perché Jesse vuole a tutti i costi farsi amare da suo padre e intrufolarsi nella sua famiglia? Che cosa nasconde?

(...)

Quello che invece mi è piaciuto molto è stato il rapporto tra la natura selvaggia dell'uomo e l'umanità che ci rende persone: ognuno di noi ha un lato più animale, più libero se vogliamo, che però viene tenuto sotto controllo dalla mente, la quale cerca di produrre pensieri razionali e quindi di pensare prima di agire. E' questo che ci caratterizza dagli altri esseri viventi, la facoltà di pensare e ponderare le nostre scelte. Questo a Tracy manca molto spesso: non solo è una ragazza molto impulsiva, ma lei si abbandona la maggior parte delle volte al suo lato selvaggio e non risponde delle sue azione per quei momenti. L'ambientazione ha aiutato tantissimo a creare questo dualismo. Ci troviamo infatti in Alaska dove per chilometri e chilometri si estende il nulla e lo stato è caratterizzato principalmente da ore di buio, piuttosto che di sole e si sa che i mostri escono fuori principalmente di notte. Accanto alla casa di Tracy si estende il nulla, se non boscaglia e questo è solo un incentivo per lei ad essere libera di correre e cacciare quando vuole.

La cacciatrice è una storia che si focalizza su una famiglia costretta ad accettare a proprio modo la perdita di una persona cara: il padre di Tracy tenta come può di affrontare la tragedia, rinunciando anche a quello che ama di più fare per portare in casa cibo e per permettere ai suoi figli di avere una vita sostenibile. La vita di Tracy invece cambia totalmente perchè era la madre ad assecondare i suoi capricci e a trattarla diversamente, ora suo padre cerca in tutti i modi di raddrizzarla e farla cambiare, ma invano perchè il suo carattere è ormai formato. Scott, il fratello di Tracy, è forse la figura più marginale e quella che conosciamo meno. Abbiamo invece modo di approfondire il personaggio di Jess, un personaggio davvero ambiguo che non ho del tutto compreso e che non mi ha convinto più di tanto per alcune scelte narrative dell'autrice, che poi si sono riflettute anche su Tracy e sul suo dono.

Jamey Bradbury ha sicuramente del potenziale: le sue descrizioni dei luoghi dell'Alaska sono incantevoli e certamente aiuta il fatto che viva proprio in città. I presupposti per essere una lettura indimenticabile c'erano tutti e l'aggiunta del mistero sull'uomo ferito e sul conseguente arrivo di Jess ha certamente reso il libro più interessante, anche grazie ad un paio di momenti di suspense. Voglio sottolinearvi di nuovo i due lati della medaglia che l'autrice esplora focalizzandosi su una ragazza umana che spesso ama lasciare in libertà il suo lato più selvaggio. Tuttavia ci sono stati alcuni elementi e alcune scelte della Bradbury che sembrano essere messi un po' per caso, non vengono spiegati e nemmeno troppo approfonditi. Lo stile dell'autrice è ancora leggermente acerbo, si vede che è alle prime armi ma è riuscita comunque a creare una storia interessante che offre un ottimo spunto di riflessione su cosa significa affidarsi al pensiero prima di agire.