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L’AMICA GENIALE – Elena Ferrante

Autore: Angelo Cennamo
Testata: Telegraph Avenue
Data: 22 ottobre 2018
URL: https://telegraphavenueblog.wordpress.com/2018/10/22/lamica-geniale-elena-ferrante/

Racconta il tuo villaggio e racconterai il mondo, diceva Tolstoj. La periferia napoletana degli anni Cinquanta nella quale Elena Ferrante ha collocato la trama de L’amica geniale – romanzo che ha venduto milioni di copie nel mondo e ispirato film, fiction televisive e documentari – è un microcosmo di storie e di sentimenti nel quale ognuno può ritrovare un ricordo, una foto in bianco e nero. Io questo libro l’ho già letto molti anni fa, mi sono detto addentrandomi nelle vicende di Lila Cerullo e di Lenuccia Greco, le due bambine protagoniste che l’autrice accompagna dall’infanzia all’età adulta nel corso della sua quadrilogia. E’ la storia di mia madre, delle sue compagne di scuola, dei primi filarini. Lei, loro, come Lila e Lenù hanno vissuto in quel quartiere grigio, desolato, deturpato dalle bombe e dalla miseria che risparmiava solo pochi fortunati. In quello stradone anonimo, minaccioso, brulicante di nuovi commerci ma ricco di umanità. E’ la Napoli milionaria di Eduardo, la città dolente e speranzosa che si lecca le ferite della guerra e si riscatta dall’ignoranza e dalla recessione. Il romanzo si apre con Lila, ormai sessantenne, che fa perdere ogni traccia di sé. Si è volatilizzata, dice suo figlio al telefono con Lenù, l’amica di sempre che oggi vive in una città del nord. La scomparsa di Lila sembra legarsi al mistero che avvolge la figura dell’autrice del libro, la fantomatica romanziera che si è data corpo e identità giocando con la propria assenza. Chi è Elena Ferrante? La fuga di Lila, il suo improvviso annientarsi, diventa allora lo spunto per raccontare la lunga storia di questa amicizia che inizia alle scuole elementari, con i primi giochi, spesso cattivi e pericolosi “Vivevamo in un mondo in cui bambini e adulti si ferivano spesso“. Un’infanzia mai rimpianta perché piena di violenza. L’amicizia tra le due bambine è un sentimento che la Ferrante esplora con meticolosa perizia e con la sensibilità delle grandi narratrici. Il sentimento che avvicina e che allontana, a seconda dei momenti, Lila, la figlia dello scarparo, e Lenuccia, la figlia dell’usciere del Comune, è un affetto complesso, misto di fascinazione e di invidia, un’infinita competizione fatta anche di piccole crudeltà. A scuola, Lila primeggia in tutte le materie, ma è una bambina scomposta, ribelle, soprattutto povera. I suoi studi termineranno prima delle medie, ma Lila non si arrende alla miseria. Continua a studiare da autodidatta facendosi prestare libri, quaderni, e sbirciando tra le lezioni di greco e latino di Lenù. A Napoli si cresce in fretta, e il sogno di diventare ricca spinge la giovane scarpara tra le braccia di Stefano Carracci, il figlio del temuto don Achille, il salumiere arricchitosi con l’usura e morto ammazzato nella prima parte del racconto. Le strade delle due amiche sono destinate a separarsi. L’adolescenza di Lenù si dilata nello studio e nella confusa ricerca di una dimensione nuova rispetto a quella noiosa dei rapporti familiari. La giovinezza di Lila sembra invece arrestarsi di colpo a sedici anni col matrimonio con Stefano. Nelle ultime pagine del libro, la scena più intensa: Lenù che aiuta Lila ad indossare l’abito da sposa. Loro due da sole, chiuse in camera a scambiarsi silenzi e confidenze: “Tu devi continuare a studiare ” dice la sposa bambina alla sua fidata ancella “Tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine”. Siamo ai titoli di coda di questa storia infinita, densa e ricca di personaggi, armoniosa e cristallina come il talento della sua autrice. L’amica geniale è il Grande Romanzo Italiano che aspettavamo da tempo. Un romanzo di formazione che ci riporta ad altri classici della letteratura mondiale, da Piccole donne a Le avventure di Augie March. Elena Ferrante sa parlare attraverso la scrittura, la sua prosa è leggera, morbida, sinuosa. Il successo della storia di Lila e Lenù, che si dipana nei volumi successivi, è esploso in America e nel mondo prima ancora che in Italia, dove in tanti continuano a snobbarla considerandola alla stregua di un romanzetto rosa. Un grosso abbaglio che non scalfisce la fama ormai planetaria della Ferrante definita dal New York Times una delle più grandi narratrici della nostra epoca. Dieci e lode. Non si ammettono repliche.