Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

La bambina sulla banchisa di Adelaide Bon

Testata: Risvolti di copertina
Data: 28 marzo 2019
URL: https://risvoltidicopertina.com/2019/03/28/la-bambina-sulla-banchisa-di-adelaide-bon/

Durante l’infanzia Adelaide subisce una terribile violenza. I suoi genitori le sono vicini ma come spesso accade quando un evento è troppo traumatico, si preferisce evitare di affrontarlo. Così per anni di quanto le è accaduto quel caldo pomeriggio di maggio non se ne parla. E Adelaide nasconde il suo dolore e la sua paura indossando la maschera della bambina educata e felice. A lungo indosserà una maschera, non a caso sarà attirata dal teatro dove può essere chiunque tranne sé stessa. E continuerà ad essere infelice e scontenta, a ingozzarsi di cibo e a fare uso di alcol, droga e ad auto infliggersi punizioni. Alla spasmodica ricerca di qualsiasi cosa che la liberi dalla sua angoscia e dai suoi innumerevoli problemi fisici e psichici, passerà da un terapeuta all’altro, ma troverà la pace solo ascoltando sé stessa e lasciando liberi i suoi ricordi.

“E’ triste e scoraggiata, si concentra, respira, scende nelle proprie sensazioni e la rabbia all’improvviso le brucia la gola, la bocca si distende senza che ne esca una sola parola, soffoca e, molto velocemente non è più lì, seduta nello studio rivestito di cartoni per le uova, ma piccola e persa e ghiacciata, in piedi in un immenso deserto bianco, ad aspettare. Chiama quel posto ‘la mia bambina sulla banchisa’ e non sa che quella bambina dovrà aspettare ancora a lungo.“

Mi è piaciuto molto

Difficile da leggere per il tema e il linguaggio crudo e volgare, che a volte appare persino eccessivo e che si comprende solo riuscendo ad immaginare il dolore e la paura di Adelaide e l’intensità della sua rabbia covata per anni a cui non è mai stato dato sfogo. Lo stile graffiante e immediato rende veloce la lettura e i piani di scrittura diversi, in prima e terza persona, testimoniano in modo inequivocabile l’estraneità della protagonista verso sé stessa.

Voto: 5/5