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Le gialliste: il noir è un romanzo sociale. Obiettivo, conquistare lettori

Autore: Anna Bogoni
Testata: Il Resto del Carlino - QN
Data: 13 aprile 2019

Chi parla di libri, ma spesso anche chi li legge, ama dividere le produzioni in generi e categorie: vale per i gialli, distinti tra thriller, noir e hard boiled. E Così per gli scrittori: qui gli americani, i nordici, gli italiani. Là le donne. Ecco, se c'è un approccio che le scrittrici rifiutano sono le etichette. «Il giallo oggi è il romanzo sociale di una volta e l'indagine del commissario di turno è un'esplorazione dell'animo umano, afferma Barbara Baraldi, 8 romanzi e 7 premi vinti, nota per le avventure della profiler Aurora Scalviati (Giunti).

«Il genere è un pretesto per indagare le origini del male, mentre i protagonisti sono coloro che si impegnano nella ricerca della verità», aggiunge Cristina Rava, 10 gialli di cui 6 con il commissario Bartolomeo Rebaudengo (Rizzoli). «Scrivere noir è una sorta di esorcismo collettivo per controllare il male che ci circonda e che ci spaventa», aggiunge Giorgia Lepore che ha già pubblicato tre gialli con il personaggio Gerri Esposito, della squadra mobile di Bari con le edizioni e/o. La scelta di un genere corrisponde quindi per le scrittrici a una scelta di libertà che supera pregiudizi e stereotipi. «Sono una delle pochissime scrittrici che affida indagini a un commissario uomo perché il maschile mi incuriosisce e volevo indagare proprio quel mondo», dice Giorgia Lepore. (...)

Giorgia Lepore è portatrice di un'affascinante teoria che spiegherebbe perché le lettrici, che sono l'80% degli acquirenti della narrativa (4 su 10 sono i gialli italiani tra i libri più letti a marzo), ami alla follia autori come De Giovanni, Carofiglio, Manzini % Co, al di là dell'indiscutibile bellezza delle loro storie. «Potrebbe scattare un meccanismo freudiano, una forma di involontaria seduzione dell'autore sul suo pubblico, cosa che richiede l'opposizione tra i sessi. La lettrice sceglie il libro ma anche l'autore che idealizza, su cui proietta sogni e desideri; vita dura per noi scrittrici con così pochi lettori uomini in circolazione».