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"Divorzio all'islamica": storia di una convivenza multietnica

Autore: Tiziana Ciavardini
Testata: Italia Sera
Data: 17 dicembre 2010

Chi meglio di un antropologo può raccontarci la multietnicità romana senza farci annoiare? Un antropologo appunto ed è questo ilmestiere con il quale ci piace definireAmara Lakhous l'algerino italianizzato, anzi romanizzato capace come pochi di scrivere romanzi avvincenti in un italiano corretto meglio degli italiani stessi. Scrittore, giornalista, filosofo, islamologo, sesto di nove figli Amara nasce ad Algeri nel 1970. Il multilinguismo è una caratteristica precoce già dalla prima infanzia: a soli quattro anni frequenta la scuola coranica, dove impara l'arabo classico, presto viene a contatto con l'arabo algerino e in terza elementare impara il francese. Si laurea in Filosofia presso l'Università di Algeri e poi in Antropologia Culturale presso l'Università di Roma La Sapienza, per poi completare gli studi con un dottorato di ricerca su "Vivere l'Islam in condizione di minoranza". Autore di svariati libri vince il premio Flaiano nel 2006 con un romanzo dal titolo "Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio" (Edizioni E/o). Amara Lakhous è uno dei tanti esempi che abbiamo in Italia di intellettuali stranieri che contribuiscono a dare un forte supporto alla cultura italiana, al dialogo interculturale ed interreligioso e perché no anche a regalare una immagine positiva degli immigrati. Da qualche mese nelle librerie è arrivato il suo ultimo lavoro Divorzio all'Islamica a Viale Marconi (Edizioni E/o), ad un primo impatto il libro non rende l'interesse che meriterebbe invece fin da subito. All'inizio sembra un romanzo facile perchè è scorrevole, ironico, ma in realtà pagina dopo pagina si ha l'impressione di avere tra le mani uno di quei testi che aiutano ad aprire le menti, quei testi che fanno ragionare pensare riflettere. La trama del romanzo è particolare e fantasiosa.Un gruppo di immigrati musulmani, che opera a Roma nella zona di viale Marconi, sta preparando un attentato ed i servizi segreti italiani ne vengono informati. Per scoprire chi siano i componenti della cellula viene infiltrato Christian Mazzari, un giovane siciliano che parla perfettamente l'arabo. Christian inizia la sua indagine sotto copertura: per gli abitanti del quartiere diventa Issa, un immigrato tunisino in cerca di un posto letto e di un lavoro. Il suo destino si incrocia con quello di Sofia, una giovane immigrata egiziana che indossa il velo e che vive nel quartiere insieme a suo marito Said, alias Felice, architetto reinventatosi pizzaiolo, fervente musulmano e fedelissimo al Corano ed ai suoi insegnamenti. Sofia è madre di una bimba di appena quattro anni e non accetta le imposizioni del marito, che non ammette per lei la possibilità di un lavoro autonomo; è una donna che si sente intrappolata in una complicata e difficile vita coniugale tanto da portare suo marito a divorziare da lei, ripudiandola per ben tre volte rendendo così il divorzio definitivo. Il momento più emozionante del racconto è proprio nelle pagine del rammarico di Felice quando alla terza volta pentito del suo gesto, escogiterà un piano previsto dal Corano che gli permetterà di risposare sua moglie solo dopo che lei avrà consumato un matrimonio con un altro uomo. E chi sarà? Un romanzo suggestivo con un finale davvero inaspettato, un romanzo che narra di una Roma multietnica e pagina dopo pagina ci svela le tradizioni dell'Islam. L'autore ci narra di una possibile convivenza pacifica con le altre culture ci aiuta a scrollarci di dosso quel pregiudizio latente e quell'arroganza innata che ci fa vedere gli altri così diversi così lontani da noi; mediante il racconto di questa storia un pò romantica ci fa prendere coscienza di quanto l'Islam sia ormai parte integrante della nostra quotidianeità. Argomenti quali la sottomissione della donna, l'obbligo del velo, le mutilazioni genitali, la volontà e la paura di amare qualcuno di diversa cultura e religione, vengono illustrati con estrema semplicità, serietà e precisione tanto da farci comprendere quanto urgente e necessario sia trattare questi temi. Un libro adatto a tutti e che tutti dovrebbero leggere perché è piacevole, singolare e soprattutto perché ci invita a conoscere e comprendere meglio la società multietnica nella quale viviamo; un libro in cui il lettore in primis dovrebbe tentare di non vedere nel pluralismo culturale e religioso solo un pericolo per la propria identità e la propria cultura ma al contrario riconoscere in esso una grande ricchezza e una grande forza di cambiamento necessaria se non indispensabile per il progresso della nostra civiltà.