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La ragazza del convenience store

Testata: Il giro del mondo attraverso i libri
Data: 2 giugno 2019
URL: https://girodelmondoattraversoilibri.wordpress.com/2019/06/03/murata-sayaka-la-ragazza-del-convenience-store/

Nelle notti in cui non riesco a prendere sonno i miei pensieri corrono verso quella scatola di vetro trasparente, dove la vita non si ferma neanche per un istante, le luci sempre sparate a mille. All’interno di quella specie di acquario freddo e asettico tutto va avanti come un congegno perfetto. E finalmente provo un certo sollievo e mi addormento rasseranata da quelle scene familiari e dalla musica del konbini [La ragazza del convenience store, Murata Sayaka, trad. G. Coci]

Furukura Keiko è una trentaseinne single che da oltre diciotto anni lavora part-time in un konbini, una catena di discount presente in Giappone aperto 24h su 24h. Il konbini scandisce ogni minuto della giornata di Keiko, una serie di rituali quotidiani precisi e cadenzati.

Keiko lavora sin dal primo giorno d’apertura, nel suo konbini. Più trascorrono gli anni, più la donna sente di aver trovato il suo posto nel mondo, il luogo dove sentirsi davvero normale. Per Keiko il concetto di “normalità” è sempre stato incomprensibile. Cosa deve fare una persona per essere considerata normale? Quali sono le parole che deve pronunciare, i gesti che deve compiere? Nessuno a Keiko lo spiega e lei ha bisogno di regole, di istruzioni.

Fin da bambina, Keiko è semplicemente stata sé stessa, ma genitori ed educatori l’hanno sempre considerata strana rispetto agli altri bambini. Vedendo i genitori che pativano l’anormalità della primogenita, Keiko pensa che basti trincerarsi dietro all’apatia e al mutismo per essere lasciata in pace.

Tutto cambia quando viene assunta part-time nel konbini, il primo posto dove viene detto a Keiko cosa fare, come salutare, cosa dire, cosa indossare, come comportarsi. Familiari sono i suoni, i colori, i profumi del konbini. I clienti abituali e quelli occasionali. I momenti in cui si riassettano gli scaffali e si puliscono i pavimenti. La pausa pranzo mentre già si pensa alle prossime ore di lavoro. C’è la sensazione di essere felice, alla sera, pronta per riposare per servire al meglio i clienti di domani.

Ed eccoci! Irasshaimase! Benvenuto! In cosa posso servirla? Finalmente Keiko è felice. Felice di far parte degli ingranaggi del konbini, felice di far parte della società, felice di essere normale. Tutto risolto? No, perché le persone continuano a pretendere da Keiko, continuano a chiederle perché non si trova un lavoro normale, perché non si sposa, perché non ha mai pensato ai figli.

A Keiko non importa né dell’amore né dei figli. A Keiko importa solo del suo lavoro part-time al konbini. Ma date le pressioni della famiglia, della sorella e delle amiche – tutte felici e quasi tutte sposate – Keiko prenderà una decisione che, a detta delgi altri, dovrebbe portarla sulla strada della normalità.

Il konbini è un luogo che si regge sulla normalità, un mondo dove tutto ciò che è anomalo e inconsueto deve essere rimosso [La ragazza del convenience store, Murata Sayaka, trad. G. Coci]

“La ragazza del convenience store” di Murata Sayaka (trad. Gianluca Coci, edizioni e/o) è una brillante commedia giapponese che alterna momenti comici ad attimi di profonda riflessione. È Keiko a raccontare la sua storia: da quando era una bambina considerata strana, anormale da tutti al momento in cui è diventata una donna felice entrando al konbini.

Il mattino dopo, come sempre, rivesto i panni di commessa e ritrovo in un attimo il mio posto tra gli ingranaggi del mondo. Solo in quel caso, e in nessun altro, posso dire di funzionare come una persona “normale”. [La ragazza del convenience store, Murata Sayaka, trad. G. Coci]

Perché “La ragazza del convenience store” punta soprattutto a denunciare coloro che si prendono le libertà di criticare o ficcare il naso nella vita privata degli altri, dando consigli e suggerimenti indesiderati o non pertinenti.

Keiko è oppressa da genitori, sorella minore, amiche. Tutti vorrebbero che Keiko trovasse un nuovo lavoro, meglio retribuito; che si sposasse con un uomo possibilmente benestante, o meglio se ricco; e poi, ovviamente, che mettesse al mondo un paio di bambini e diventasse madre. Keiko non vorrebbe deludere nessuno di loro, ma neppure vuole fare ciò che non sente. L’unica cosa che non può fare è essere sé stessa, perché ad essere sé stessa ci ha rinunciato anni prima, proprio per evitare di essere etichettata anormale.

La società ci ricorda che siamo tutti diversi, che la diversità è un valore, che l’unicità della persona è un diritto. Ma appena uno di noi cerca di mettere in pratica questi dettami, scatta l’allarme; basta un’acconciatura diversa, una decisione controcorrente, un pensiero che non fluisce assieme alla corrente dei pensieri tutti uguali. Ritorna ad essere uguale a noi, non essere troppo diverso.

Quindi, al termine del romanzo, Murata Sayaka ci dà solo un consiglio: siate voi stessi, e a chi importano le osservazioni degli altri!