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Matt Haig: «L’attitudine al cambiamento ci trasforma.»

Autore: Alessandro Campaiola
Testata: Mar dei Sargassi
Data: 4 giugno 2019
URL: http://www.mardeisargassi.it/matt-haig-lattitudine-al-cambiamento-ci-trasforma/

Il mondo dell’arte e della cultura in generale è da sempre sinonimo di regole da rispettare, canoni imposti dall’epoca in cui l’artista esprime la propria visione della disciplina in cui si afferma, spesso modellati sulle intuizioni di qualcuno che a quelle norme ha dato una nuova interpretazione o, addirittura, è riuscito a sovvertirle. Succede in pittura, scultura, ugualmente nella letteratura: quando l’autore si distacca da tutto ciò che ha generato una corrente, è lì che un nuovo modo di intendere la sua materia sta prendendo vita. Matt Haig, scrittore britannico, nato a Sheffield nel 1975, si è, a suo modo, iscritto a questo esclusivo parterre, eludendo le logiche del mercato e imparando a mescolare generi diversi tra loro, dal thriller al fantasy, passando per la commedia intrisa del tipico humor d’Oltremanica.

Autore di fama mondiale – tradotto in Italia da Einaudi e da E/O –, Matt Haig ha imparato da qualunque cosa gli sia capitata nel corso della vita, rendendolo uno dei personaggi più interessanti del panorama letterario europeo e mondiale. I suoi primi romanzi, Il patto del labrador e Il club dei padri estinti, sono, infatti, liberamente ispirati alle opere di Shakespeare – Enrico IV e Amleto –, reinterpretazioni in chiave moderna di capisaldi della cultura made in UK. Poi, Matt Haig ha appreso dalla sua propria esistenza.

All’età di ventiquattro anni si è ammalato di depressione, ha creduto di morire, ogni cosa attorno gli è parsa poco chiara, priva di futuro e significato. Da quella drammatica esperienza è nato il suo titolo più intimista, Ragioni per continuare a vivere, un vero e proprio inno alle generazioni ossessionate dalla paura di un mondo che – dirà in un’intervista – ci vuole ansiosi e lucra su ogni aspetto della nostra infelicità.

Matt Haig ama osservare l’essere umano e raccontarlo in tutte le sue manie, nelle bizzarrie che caratterizzano ognuno di noi. Affida, spesso, questa sua visione dissacrante dell’uomo agli animali, o ancora a un extraterrestre, come ne Gli umani, una geniale fotografia degli abitanti del pianeta Terra scattata da un alieno finito non proprio per caso nei panni di un professore. Tornato in libreria con Come fermare il tempo e Vita su un pianeta nervoso, l’abbiamo incontrato per un’intervista esclusiva (video sotto) sui temi più cari alla sua carriera. Una chiacchierata informale e intensa nel quale l’autore inglese ha raccontato la sua letteratura, il periodo della malattia e le ansie che appartengono ai nostri giorni.