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La paura di Elena Ferrante

Autore: Irene Bianchi
Testata: Letterate Magazine
Data: 24 giugno 2019
URL: http://www.letteratemagazine.it/2019/06/24/la-paura-di-elena-ferrante/

Frammenti giornalistici e anche autobiografici ci svelano la scrittrice italiana più famosa e misteriosa: sono usciti, in un libro, i suoi oltre 50 articoli per il Guardian. A lei pubblicare dà ansia: perciò si è sottoposta a questo esercizio settimanale? La gelosia, la necessaria libertà creativa, l’essere donna, le madri e le figlie, la speranza nelle nuove generazioni.

In più di un’occasione Ferrante ha espresso l’ansia che le provoca pubblicare. Accettare l’opportunità che le ha dato il Guardian di scrivere un articolo a settimana è sicuramente stato un modo per combattere questa ansia controbilanciata però dal piacere de La scrittura che urge. Se non altro è lei stessa ad affermare nell’articolo Paure contenuto nel libro appena uscito L’invenzione occasionale, che da sempre si impegna a combattere i propri timori per una paura ancora più grande: perdere la stima che ha di sé stessa.

Il libro, che si compone di oltre cinquanta brevi testi impreziositi, come nella rubrica del Guardian, dalle illustrazioni di Andrea Ucini, è una vera e propria Prima volta per la Ferrante, visto che – come spiega, non si era mai messa “nella condizione di scrivere per obbligo, chiusa dentro un perimetro inviolabile”. Questi articoli possono quindi essere considerati una sfida a cui la scrittrice ha deciso di sottoporsi per vincere la paura della pubblicazione a scadenze fisse ma è anche stato un esercizio stilistico: la costrizione di dover rispondere alle domande in un certo numero di caratteri ed in certo lasso di tempo senza potersi quindi limitare a dei sì o dei no o, al contrario, abbandonandosi a riflessioni di pagine e pagine come spesso le è capitato di fare rispondendo ad alcune Interviste, l’ha portata a dover eliminare molti Artefatti.

La scoperta del piacere di scrivere a comando però non è del tutto nuova all’autrice: in occasione dell’anniversario della casa editrice e/o aveva infatti scritto con soddisfazione, su loro richiesta, un messaggio di auguri partendo dal lontano ricordo di una tenace pianta di capperi. In L’invenzione occasionale Ferrante applica lo stesso processo: le viene dato un tema su cui scrivere e lei, pescando con una rete stretta nel fondo scuro della propria memoria, riporta a galla ricordi e, forse oscillando tra Il finto, il vero, approda al punto focale dell’argomento discoprendo così una nuova parte della sua identità tanto discussa.

Qui infatti Ferrante si espone al punto che sembra voler dire: Questa sono io. L’insieme degli articoli apre al lettore uno spaccato dell’identità dell’autrice che prescinde dal nome, dall’aspetto fisico e da qualsiasi dato anagrafico per consegnarci invece L’unico vero nome letterario che le appartiene. In questa occasione Ferrante presenta alcuni frammenti di sé, quelli che forse più valgono la pena di essere raccontati e lo fa al suo solito modo, senza le reticenze dei puntini sospensivi che lasciano In sospeso e senza le esagerazioni del punto Esclamativo.

L’invenzione occasionale è un libro contro la paura ma soprattutto è anche un libro contro le disuguaglianze, non quelle economiche e sociali ma quelle emotive. Partendo dalle proprie paure ed esperienze personali Ferrante ha scritto una raccolta che tende ad eliminare le disparità dei sentimenti del quotidiano: diciamo tutti delle piccole o grandi Bugie esagerando o sminuendo fatti solo per il piacere di farlo, siamo preda della Gelosia, proviamo antipatia Senza ragione, abbiamo paura di Morire giovani e che quel che abbiamo fatto fino ad ora Non basta. Temiamo ciò che non siamo in grado di controllare e lo sformarsi delle cose: la Vegetazione che si smargina, le Madri in cui non ci si riconosce, il mutarsi del libro in film, le nostre Infanzie felici in cui non vediamo la linea di continuità con ciò che siamo diventati. Abbiamo paura dell’insopportabile e per allentare la morsa ci chiudiamo in inconcepibili Risate.

Con questa raccolta Ferrante vuole però anche trasmettere un messaggio di speranza: crede nell’Amarsi per sempre, spinge alla Libertà creativa, e partendo dall’esperienza che ha con le proprie Figlie, invita ad avere fiducia nelle nuove generazioni, soprattutto in quelle che propongono cambiamenti e Tagli netti piuttosto che quelle che invocano un ritorno al passato. Invita anche a Confessare e a Tenere un diario per un bisogno di verità che dobbiamo innanzitutto a noi stessi per eliminare o attenuare un possibile Malessere. Esorta al Piacere di apprendere che sfugge alla categorizzazione scolastica di Chi vince, chi perde ma che nasce dalla volontaria spinta alla curiosità di istruirsi leggendo perché prima di qualsiasi altra funzione Il racconto insegna.

L’invenzione occasionale è quindi un insieme di frammenti eterogenei che ognuno dovrebbe provare a ricollocare nella propria persona: indipendentemente dal sesso del lettore andrebbe colto l’invito di Ferrante, che pratica una scrittura Al femminile scegliendo il punto di vista di una donna, di aprirsi alle Donne che scrivono mettendo da parte l’immaginario Stereotipato che da sempre le accompagna. Ogni frammento nasce infatti da un’esperienza personale e porta il lettore ad una riflessione che va ben al di là della paginetta di Ferrante, sono frammenti che aprono voragini da cui si rischia di essere assorbiti per il resto della giornata senza trovare una Fine.