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Se l’amore è questione di pelle. Il romanzo d’esordio di Su Bristow

Autore: Luigi Oliveto
Testata: Toscana libri
Data: 11 luglio 2019
URL: http://www.toscanalibri.it/it/scritti/se-l-amore-e-questione-di-pelle-il-romanzo-d-esordio-di-su-bristow_2816.html

È un commovente apologo il romanzo d’esordio di Su Bristow, “Pelle di foca”, pubblicato in Italia dalle edizioni e/o per la traduzione di Silvia Castoldi. Attinge dalla leggenda, ma – pur non abbandonando mai il registro favolistico – potrebbe perfino dirsi romanzo d’attualità. Per come sia racconto di diversità, di chiusure e aperture mentali, di ancoraggi al passato e cambiamenti. La leggenda è una di quelle che si raccontano lungo le coste settentrionali della Scozia a proposito delle selkie, le foche che, una volta all’anno, raggiungono la riva, si tolgono la pelle e solo per alcune ore divengono splendide ragazze. In una notte di luna piena, questo spettacolo si palesa agli occhi di Donald, un giovane e solitario pescatore (il padre era morto in mare, la madre era l’ostetrica del villaggio). Le foche divenute donne “sembravano bambine appena uscite dal bagno, più nude che mai, come l'interno bianco dei rametti di abete quando si toglie la corteccia.” Donald, di nascosto, le osserva danzare, nasconde tra gli scogli la pelle di una di loro, cosicché quando le altre sono pronte per ritornare in acqua, lei non può seguire le compagne. Donald la possiede, la conduce a casa sua nascondendone la pelle in fondo a un baule. Saranno sposi e avranno dei figli. Alla ragazza viene dato il nome Maihri (così si chiamava la sorella morta di Donald). Maihiri sembra felice, ma spesso guarda il mare e piange. Finché un giorno, mentre il pescatore è in mare con la barca, uno dei figli trova la pelle e la mostra alla madre. Quando il pescatore torna, lei è scomparsa, per sempre. La presenza di questa estranea (non parlava, non sapeva come portarsi il cibo alla bocca) aveva suscitato nel villaggio cattiverie, pettegolezzi, ironie che già Donald aveva sperimentato su di sé, spesso bullizzato e deriso: “Era strano stare con lei. Gli altri gli davano addosso in continuazione, con le parole, gli sguardi, i giudizi, ma Maihri non gli chiedeva nulla, non capiva neanche cosa pensasse. Per la prima volta da quando aveva memoria, Donald aveva incontrato qualcuno più sperduto di lui”. Donald amava questa creatura in modo protettivo, responsabile, nonostante-tutto. Ma sappiamo bene come funziona. La gente teme la diversità, perciò deve subito definirla come altra da sé. Si era così arrivati alla conclusione che Maihiri – per la quale era stato inventato un passato, una provenienza, un prima – fosse scema. La sua stranezza, peraltro, incuteva paura, trasmetteva inquietudine (certi suoi sguardi erano terribili). Aveva poi dei poteri sorprendenti, come quello di saper rasserenare bambini e vecchi, semplicemente sfiorandoli. Maihiri, in realtà, sapeva raggiungere l’anima delle persone. Il romanzo di Su Bristow è, insomma, una storia d’amore a tutto tondo. Quando – verrebbe da dire – l’amore è questione di pelle; anzi, di ciò che sta sotto la pelle: l’essere, la persona, il suo mondo, la sua anima.