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Il Patto dei Labrador: così Matt Haig ci ricorda perché amiamo i cani

Autore: Erika Pomella
Testata: Movietele
Data: 19 settembre 2019
URL: https://www.movietele.it/post/il-patto-dei-labrador-cosi-matt-haig-ci-ricorda-perche-amiamo-i-cani

Esce oggi in libreria, sempre grazie a Edizioni E/O Il patto dei Labrador, titolo di Matt Haig che ritorna sul mercato con una nuova veste dopo i successi di Come Fermare il Tempo e Vita su un Pianeta Nervoso dello stesso autore.

La storia che viene raccontata è la storia di Prince, un labrador che è sia protagonista che voce narrante delle vicende racchiuse in questo romanzo di una dolcezza sconfinata. Prince vive seguendo pedissequamente i precetti elencati nel cosiddetto patto dei labrador, un decalogo di regole che tendono a mettere al primo piano l'uomo, quel proverbiale migliore amico la cui felicità è dettata dalla capacità dell'amico a quattro zampe di prevedere catastrofi e malumori. E per Prince non c'è niente di più sacro di questo. Essere fedele al patto - a differenza di altre razze canine che hanno lasciato che l'istinto prendesse il sopravvento -, essere fedeli a coloro che ti hanno salvato, a coloro che hanno affidato a te le loro lacrime e le loro debolezze.

Prince pensa di essere al sicuro nella sua famiglia aorevIl Patto dei Labrador: così Matt Haig ci ricorda perché amiamo i canilmente imperfetta: pensa che non ci siano grandi pericoli nelle quattro mura che proteggono i suoi umani. Una coppia di sposi che si ama ancora e due figli - un ragazzo e una ragazza - che seppure stanno attraversando forse la fase più turbolenta dell'esistenza, sembrano non avere problemi tali da non poter essere risolti da una scodinzolata di Prince.

Ma se è vero il proverbio secondo cui non è tutto oro quello che luccica, pian piano Prince comincerà a notare delle crepe nella sua perfetta famiglia di umani. Crepe dalle quali il pericolo è sempre pronto a intrufolarsi: che sia sottoforma di un incontro al parco, di una vecchia fiamma che fa ritorno o di un mentore che forse non dice la verità e che mente per non affrontare il fallimento della propria esistenza.Non abbiamo nessuna intenzione di addentrarci troppo nella trama: non solo per il pericolo spoiler dietro l'angolo, ma anche perché questo romanzo è una lettura colma di scoperte che sarebbe crudele rovinarvi.

Pagina dopo pagina, così, Prince si trova quasi costretto a fare i salti mortali, quegli straordinari attraverso i quali cerca di proteggere ciò che per lui è aria e ossigeno. E man mano che avanza il Patto dei Labrador rischia di diventare solo una filastrocca da imparare a memoria, che non ha nessun legame vero e serio con la realtà che il nostro protagonista a quattro zampe è chiamato ad affrontare.

Il patto del Labrador è un romanzo che colpisce immediatamente per il desiderio di raccontare una delle amicizie più sacre del creato ribaltando i punti di vista. Un po' come aveva fatto anche Daniel Pennac in Abbaiare Stanca. Ma se lo scrittore francese aveva scelto di dar voce ad un cane che si perde e si trova nell'avventura randagia, Matt Haig punta direttamente al cuore, dando al suo protagonista la voce privilegiata per raccontare - a suo modo - quello che significa per un cane avere una casa, una famiglia che si prende cura di lui e uno scopo a cui ambire. In questo senso Matt Haig rende ancora più solenne la lealtà che lega l'essere umano al suo compagno canino, che si trasforma non solo in un cavaliere dalla splendente armatura, ma anche in una sorta di ancora dove aggrapparsi e una bilancia su cui la nostra umanità possa essere giudicata.

Matt Haig riesce a fare tutto questo senza il bisogno degli scrittori mediocri di ricorrere ad un facile ricatto emotivo, giocando su pietismi che avrebbero corso il rischio di indispettire il lettore, invece di lasciarlo libero di correre al fianco di Prince per scoprire come sarebbero evolute le situazioni. Il risultato è un romanzo a suo modo straziante, che tuttavia riesce a emergere anche grazie alla capacità del suo autore di giocare coi generi: ne Il Patto dei Labrador, infatti, non troverete solo un contemporary sulla precarietà dei sentimenti, ma anche un piccolo romanzo di formazione, un saggio timido su come affrontare il lutto. Il tutto accompagnato dall'abbraccio di alcune venature thriller che colgono di sorpresa per la loro collocazione all'interno di un romanzo tanto particolare.

Matt Haig, allora, si mostra senz'altro molto abile nel giostrare con tutti questi elementi, come un saltimbanco che voglia procurarsi il cibo in tavola con la magia delle parole e degli incantesimi che esse riescono a richiamare nella mente di chi è disposto a lasciar cadere il fardello della realtà, per lasciarsi guidare da chi ha voluto dare una voce a chi, di solito, una voce non ne ha.

Non si tratta, naturalmente, del primo esemplare letterario di storia dove ad avere la piena voce sia un cane. Oltre al già citato Daniel Pennac, anche Paul Auster ha dato anima e coscienza intellettiva ad un cane nel bellissimo Timbuctù. Ma nonostante questo, Matt Haig scrive di un cane che è un po' detective e un po' un confessore. Un cane la cui anima è accesa dal più semplice desiderio che si possa immaginare: rendere felice qualcun altro. Un messaggio che sembra scontato, finanche banale. Ma dopotutto la banalità è spesso il marchio di fabbrica di ciò che è ovvio e, per questo, naturale. Un desiderio, dunque, di felicità e ottimismo e di lealtà nei confronti di coloro che camminano al nostro fianco nel lungo e tortuoso sentiero dell'esistenza. Tematica che lo stesso autore aveva già affrontato anche in Come Fermare il Tempo (sempre edito Edizioni E/O) quando scriveva: "È la gioia più semplice, la più pura del mondo, penso, far ridere qualcuno a cui vuoi bene".

Prince non si limita a voler vedere sorridere la sua famiglia. Per lui la cosa principale, il vero scopo della vita è proteggere i suoi umani, a volte anche da se stessi e dalle cattive decisioni che sono portati a prendere. Il risultato è un romanzo profondamente umano e toccante, che spiega con la semplicità del vero amore quanto sia importante aver qualcuno che ci protegge sempre e che sempre vegli sui nostri sorrisi. Anche - e, forse, soprattutto - se si tratta di un supereroe a quattro zampe. Imperdibile.